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Delega fiscale: stop alla riforma del catasto, rischio tasse troppo elevate
GTRES

Dopo l'approvazione dei primi due decreti, era tutto pronto per il via alla delega fiscale sulla riforma del catasto. Ma sul gong è arrivato lo stop del governo Renzi. Tra i provvedimenti presentati oggi nel Consiglio dei ministri, non ci sarà quello relativo agli immobili. La causa? Il rischio di un aumento delle tasse sulla casa, in un momento in cui la popolarità dell'esecutivo non è certo alle stelle.

A far saltare l'allarme sarebbero state le dichiarazioni di Capezzone, relatore della delega fiscale, che si era detto "molto preoccupato" per il possibile impatto sui contribuenti delle norme attuative della riforma del catasto. Il pericolo è che modificando le basi di calcolo della rendita catastale e inserendo fattori finora trascurati (come la posizione, l'affaccio e le reali dimensioni dell'immobile) si sarebbe andati incontro ad una vera e propria stangata sulla casa. 

I calcoli della UIL

Secondo i primi calcoli - elaborati dalla Uil-Servizio politiche territoriali in base proprio al possibile algoritmo messo a punto dall'Agenzia delle entrate - i valori degli immobili ottenuti sono in salita praticamente ovunque. Le più colpite sono le abitazioni attualmente classificate come popolari o ultrapopolari nei centri storici delle città. A Napoli il valore di una casa popolare in centro sale di sei volte. A Roma di quattro. A Venezia di cinque. Un aumento, che bisogna dire, è sacrosanto considerato che le rendite attuali non rispecchiano il valore reale degli immobili, ma che rischiano di far saltare i fragili equilibri di Imu e Tasi, già salite a quota 24 miliardi.

Invarianza di gettito

Non si tratta certo di un allarme nuovo. Proprio per questa ragione era stato inserito nella delega fiscale il principio dell'invarianza di gettito a livello nazionale. Ma il rischio è quello di non poter evitare la stangata nelle grandi città. Meglio quindi rinviare il tutto a data da stabilirsi (molto probabilmente se ne riparlerà in autunno) sperando di far digerire ai Comuni il principio di invarianza di gettito a livello non più nazionale, ma municipale. Il tutto accompagnato dall'introduzione di una nuova local tax che dovrebbe (si spera) ridurre il carico fiscale sulla casa.

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2 Commenti:

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26 Giugno 2015, 16:40

Ovviamente non hanno interesse a procedere con la riforma del catasto: in primis perché la riforma comporterebbe automaticamente un aumento della tassazione immobiliare già esasperata negli ultimi anni e in un momento d'incertezza politica l'attuale governo sicuramente non ne gioverebbe perdendone di popolarità; secondo poi tutti gli immobili dei centri storici, ancora accatastati per la maggior parte come A/4 e A/5 e quindi con rendite bassissime, che solitamente sono destinati ai politicanti e al loro entourages subirebbero una modifica tale da scontentare le lobby del potere a cui i vari governi - e anche il presente - hanno fatto, fanno e faranno riferimento.

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