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In attesa di scoprire cosa ha intenzione di fare il governo sul fronte previdenziale, è bene ricordare che esistono strumenti tramite i quali mettere insieme il maggior numero di anni utili per raggiungere i requisiti minimi e accedere alla tanto desiderata pensione. Si tratta del riscatto, del cumulo, della ricongiunzione e della totalizzazione. A offrirci una panoramica, con tanto di pro e contro, è Il Sole 24 Ore.

Riscatto – Con il riscatto è possibile valorizzare, sia a fini dei requisiti che dell’importo della pensione, periodi di tempo in cui non si sono versati contributi. Si tratta di un’operazione che ha un costo. La situazione forse più conosciuta è quella degli studi universitari. In tal caso, versando un importo, che aumenta con l’età in cui si decide di riscattare, si compie un balzo verso la pensione per un numero di anni pari alla durata del corso o dei corsi di studio. Ma si possono riscattare anche i periodi di aspettativa per motivi familiari o di studio, gli anni di lavoro all’estero in Paesi non convenzionati con l’Italia, gli intervalli tra un lavoro e l’altro tipici di attività discontinue.

Cumulo – Con questo strumento è possibile sommare tutti i diversi anni di contribuzione per raggiungere i minimi richiesti, non bisogna però aver raggiunto i requisiti minimi in nessuna delle gestioni che si vogliono sommare. Ogni gestione calcola l’assegno con il relativo sistema in base agli anni di contribuzione.

Ricongiunzione – Con la ricongiunzione si portano tutti i contributi in una sola gestione, di solito l’ultima in cui si è iscritti prima della pensione. Si tratta di un trasferimento che comporta dei costi.

Totalizzazione – E’ un’opzione che permette di sommare tutti i diversi anni di contribuzione, al fine di raggiungere i minimi richiesti, ma la pensione viene calcolata di norma con il sistema contributivo.

Bisogna, però, ricordare che queste ultime tre opzioni - in particolare - oltre a comportare eventuali oneri, non sempre consentono di trasferire tutti i contributi da una gestione all’altra. A tal proposito qualche novità potrebbe arrivare con la prossima legge di Stabilità. Non è infatti stata ancora scartata la proposta presentata durante l’estate dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, che consentirebbe di unificare le pensioni di regimi diversi, inclusa la gestione separata, e senza oneri.

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