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In tempi brevi, secondo quanto fa sapere il governo, il “lavoro agile” sarà normato in tutti i suoi aspetti, con un ddl collegato a quello di stabilità. Per lavoro agile si intende quello svolto da casa o da ogni altro luogo che non sia l’ufficio, comprese strutture di “coworking”. Ma non riguarda i collaboratori occasionali o le partite Iva, è necessario essere dipendenti inquadrati secondo un comune rapporto di lavoro.

Il “telelavoro” ha smesso di essere un’opzione residuale, anticamera del licenziamento o utilizzata quasi esclusivamente da donne. Non si decentrano più solo mansioni di scarsa rilevanza. Anzi. Secondo molti studiosi di organizzazione aziendale, può essere un ottimo modo per far crescere il rendimento, ma conciliandolo con la flessibilità.

La legge sarà costituita da 9 articoli, che forniranno una disciplina quadro su ogni aspetto dello “smart working”, altro modo di definire il lavoro a distanza. Dalla privacy alla retribuzione. All’interno di questa cornice rimarrà, comunque, ampio spazio per una definizione dei dettagli attraverso la contrattazione collettiva e individuale.

L’articolo 1 definisce lo scopo del lavoro agile: incrementare la produttività e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Perché venga riconosciuto come tale, i requisiti sono che la prestazione lavorativa sia effettuata al di fuori dai luoghi aziendali, anche solo in parte (soltanto in alcuni giorni o in parte dell’orario), la possibilità di usare strumenti tecnologici per svolgere il lavoro in remoto e l’assenza di una postazione fissa.

Si diventerà “lavoratori smart” su base volontaria, certificata da un accordo scritto tra le parti, dal qaule si può recedere con un preavviso non inferiore ai 30 giorni. Il contratto dovrà definire anche le modalità di utilizzo dei mezzi tecnologici e le fasce di riposo. Il trattamento economico non potrà essere diverso da quello di “pari grado” che lavorano all’interno delle mura aziendali.

Di sicurezza e infortuni si occupano gli articoli 6 e 7. Il ddl copre sia gli infortuni occorsi lavorando fuori azienda sia quelli avvenuti durante un eventuale percorso di andata e ritorno dal luogo di ad altro nel quale vengono svolte le mansioni.

Il ddl prevede anche il riconoscimento degli incentivi fiscali e contributivi che la legge di stabilità prevede per la contrattazione di secondo livello.

Secondo una ricerca della School of management del Politecnico di Milano, nel 2015 il 17% delle grandi imprese italiane risulta avere già avviato dei progetti organici di lavoro agile. A queste va aggiunto un 14% di grandi imprese che sono in fase “esplorativa, e un ulteriore 17% che ha avviato iniziative puntuali di flessibilità ma rivolte solo a particolari profili, ruoli o esigenze delle persone.

La direzione information and communication technology è la funzione maggiormente “predisposta” al lavoro in remoto, seguita da acquisti e amministrazione.

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