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Per la prima volta anche l'Euribor a tre mesi è negativo: quali sono gli effetti sui nuovi e vecchi contratti di mutuo?
GTRES

Per la prima volta nella storia, anche l'Euribor a tre mesi è sceso in terreno negativo. Si tratta di una buona notizia per i mutuatari che hanno agganciato il proprio finanziamento a tasso variabile proprio al tasso interbancario a tre mesi. Analogamente a quanto avvenuto per l'Euribor a un mese, se le banche si stanno attrezzando per i nuovi contratti, poco possono fare per quelli già in essere. Ma gli effetti reali potrebbero non essere poi così rilevanti

Dopo l'Euribor a un mese, anche il tasso interbancario a tre mes I è sceso in terreno negativo, toccando quota -0,001%. Colpevole - si fa per dire- è il programma di Quantitative Easing lanciato dalla Bce, che sta spingendo i rendimenti dei bond sotto zero. Questo si traduce (almeno in teoria) in una buona notizia per i mutuatari, considerando che la maggior parte dei mutui stipulati nel nostro Paese sono ancorati proprio al tasso a uno e tre mesi. Ricordiamo che per calcolare la rata di un mutuo, è necessario sommare allo spread (il differenziale di guadagno delle banche) proprio il differenziale scelto. Con un Euribor negativo, tecnicamente, il tasso dei mutui ancorati ad esso, per le rate future, dovrebbe essere inferiore allo spread.

Ma cosa succede in realtà. In primis, bisogna considerare se si tratta di un contratto già in essere o se si tratta di un nuovo contratto che un aspirante mutuatario intenda accendendere approfittando delle condizioni più favorevoli del mercato.
Per i nuovi contratti, molti istituti si stanno già attrezzando, aggiornando la loro modulista e le clausole in essa contenute. Ad esempio, Deutsche Bank ha aggiunto una postilla ai nuovi contratti "a prescindere dalla quotazione del tasso euribor a 3 mesi, ai fini del calcolo del tasso di interesse del mutuo, detto valore non potrà comunque essere inferiore a una soglia dello 0,01 per cento". Insomma, finché resta in positivo anche solo del minimo possibile, l'euribor è parametro da prendere in considerazione, se scende a zero no. Diciamo che le banche sono corse ai ripari per evitare di trovarsi in futuro a dover restituire qualcosa ai mutuatari

Diverso è il caso di vecchi contratti. In questo caso tutto dipende dalle clausole contenute in esso. Se non vi è nessuna che stabilisca che il tasso annuo effettivo globale (taeg) sia inferiore allo spread, le banche non potranno far altro che continuare a sommare algebricamente differenziale ed Euribor. In questo caso però gli effetti sulle rate dei mutui non saranno poi così evidenti. Si tratta infatti di valori millesimali, che non incidono realmente sulla rata finale. Ma che sono comunque importanti in un momento in cui anche gli spread richiesti toccano i minimi storici. Rendendo molto conveniente l'accensione di un nuovo finanziamento.

Una mossa in extremis di alcune banche potrebbe essere quella di proporre al mutuatario la rinegoziazione del proprio finanziamento .È bene quindi fare attenzione a tutte le condizioni proposte.
 

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