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Il parlamento ha chiesto al governo di fare del 2016 “l'anno della flessibilità” in ambito pensionistico, lavorando per trovare una soluzione che non sia troppo onerosa né per le casse pubbliche né per le tasche di chi dovesse lasciare anzitempo il lavoro. Questo è quanto contenuto nella risoluzione al Def (Documento di economia e finanza), specularmente approvata sia alla Camera che al Senato.

Istanza che l'esecutivo ha già mostrato di voler raccogliere, anche attraverso le parole del sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso Nannicini, che ha parlato in un'intervista di “leggera penalizzazione” per chi esca spontaneamente dalle aziende, aiuti ai disoccupati per raggiungere i requisiti pensionistici e conto da presentare alle aziende, invece, in caso di ristrutturazione.

“Ben venga una discussione anche intorno alle ipotesi avanzate da Nannicini, di un modello con tre platee (occupati, disoccupati e lavoratori ion esubero)” ha detto Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro alla Camera e deputato Pd. L'importante, per l'ex ministro del Lavoro è che “questo sia l'anno della flessibilità”. Che, stando alla risoluzione approvata in parlamento, può anche essere costruita con interventi selettivi, per esempio a favore di coloro che svolgono lavori usuranti.

Riforma pensioni ,quota 100 o 41 anni di contributi

Damiano stesso è autore di un disegno di legge nel quale si prevede il pensionamento anticipato nel caso si giunga a “quota 41” ovvero 41 anni di contributi versati, a prescindere dall'età anagrafica. Un altro componente della commissione lavoro di Montecitorio, il leghista Roberto Simonetti che ne è segretario, vedrebbe meglio, invece, “quota 100”, data in questo caso dalla somma degli anni di contributi e dell'età anagrafica.

Nessuna apertura, invece, dalla leader della Cgil, Susanna Camusso, secondo la quale le ipotesi di Nannicini “non sono una proposta di riforma, ma di affossamento del sistema previdenziale”.  Per la Camusso è necessario “ricostruire un sistema equo e solidale senza fare regali, con un pezzo dei contributi dei lavoratori, al pubblico e a banche e assicurazioni”.

Il segretario generale della Cgil si riferisce all'ipotesi di coinvolgere il comparto finanziario per far quadrare i conti sulle uscite volontarie anticipate, attraverso il “prestito pensionistico”. promossa dal segretario della Fiom, Maurizio Landini che l'ha definita “una vera e propria follia, l'ennesima presa in giro”.

Nannicini si è espresso anche sulle pensioni minime, affermando che “da qui alla fine della legislatura, entro il 2018, il governo interverrà per sostenere gli assegni più bassi. È ancora presto però per indicare con quale formulazione tecnica”.

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