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Prevenzione terremoto: il vero problema è il patrimonio edilizio del passato

La maggior parte delle case dei piccoli e medi centri urbani italiani sono costruite in muratura, inadeguate per resistere ad un terremoto. Case costruite prima che fosse realizzata una mappatura del rischio delle zone sismiche in Italia e che entrassero in vigore le leggi per l'edilizia. E se le vecchie case non sono state ristrutturate è perché mancavano-  e mancano tuttora- i fondi necessari. A dirlo è il professor Giulio ballio, esperto in scienza delle costruzioni che ha rilasciato un'intervista al linkiesta

Il rischio per l'Italia deriva quindi dal patrimonio edilizio già esistente. Se le case di nuova costruzione devono infatti seguire i criteri stabiliti dalla legge, e così per quelle che si restaurano, le abitazioni vecchie non vengono modificate perché comportebbe una spesa equivalente al debito pubblico. Il rischio per le nuove abitazioni è solo la mancanza di controlli adeguati che spesso è assente perché il collodautore dell'opera spesso non ha abbastanza poteri per imporsi, o per i conflitti d'interesse con le imprese costruttrici

A partire dalla fine degli anni 80 il cern ha cominciato a eseguire una mappatura completa delle zone sismiche in Italia. Fino ad allora l'approccio che si seguiva era un approccio "empirico", ovvero a mano che una zona veniva colpita da un terremoto la si classificava come sismica. Se le case dell'emilia sono state costruite prima che l'emilia fosse considerata zona a rischio, allora non sono state progettate per resistere ad un terremoto

Il professor balli è intervenuto anche sulla possibile introduzione di un regime di assicurazioni private per coprire i danni da calamità. Un'opzione che potrebbe andare a discapito del proprietario se le assicurazioni facessero solo i propri interessi o si rifiutaassero di assicurare chi ha case vecchie

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