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Confedilizia: segnali tutt'altro che positivi, solo una cura shock potrà salvare il mattone

Gli ultimi dati diffusi dall'istat hanno confermato una situazione del mercato residenziale in continua, anche se meno accentuata, discesa sia delle compravendite sia dei prezzi. E se alcuni operatori parlano di un'inversione di tendenza e una possibile ripresa nei prossimi anni, c'è chi, come confedilizia, è convinto che i segnali sono tutt'altro che positivi e solo "una cura shock" potrà salvare il mattone

Secondo una nota diffusa dal presidente di confedilizia, corrado sforza fogliani, i segnali di una riduzione del calo sono solo apparenti. "La minore entità delle percentuali di riduzione del numero di compravendite registratesi nel 2013 ha fatto dire a molti osservatori superficiali che la caduta del mercato immobiliare si sta attenuando e che si registrano e che si registrano i primi segnali di speranza. Ma i segnali sono tutt'altro che positivi"

Alla base della "confusione" ci sarebbe un errore di lettura dei dati sulle compravendite. "Il motivi per il quale le percentuali di diminuzione registrate nei trimestri del 2013 sono inferiori rispetto a quelle registrate nei corrispondenti trimestri 2012 consiste nel fatto che, mentre queste ultime rivelazioni si confrontano con quelli del 2012, che è l'anno del crollo causatro dall'aggravamento della tassazione"

In soli due anni il 35% di transazioni in meno

Secondo sforza fogliani sarebbe "sufficiente guardare ai numeri assoluti. Prendendo a riferimento il quarto trimestre degli ultimi tre anni registriamo i seguenti dati dell'agenzia delle entrate: nel 2011, 383.819 compravendite, nel 2012, 270.359 compravendite, nel 2013, 249.974 compravendite.

Una cura shock consistente in una forte e immediata riduzione della tassazione

"Numeri che dimostrano come il mercato immobiliare, e il relativo enorme indotto, abbiano bisogno urgente di una cura schock, consistente in una forte e immediata riduzione della tassazione, soprattutto locale"

 

 

 

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2 Commenti:

valerio
4 Aprile 2014, 16:38

Per uscire dall'immobilismo dei venditori attendisti dobbiamo azzerare le franchigie sulle tasse di successione, rendere i canoni concordato obbligatori, ricalcolare le rendite catastali, disboscare le residenze fittizie con cui si nascondono le seconde case e applicare l'imu progressiva. Se non lo facciamo subito tutti gli addetti al settore immobiliare compreso l'indotto è bene che cambino lavoro.

mauro
7 Aprile 2014, 10:41

Io credo che avesse senso parlare di problemi legati all'attendismo dei venditori nei due anni immediatamente successivi al massimo dei prezzi: il 2008 ed il 2009.
Poiché la situazione economica e sociale italiana è precipitata in questi ultimi tre anni e dalle ultime analisi è emerso che 30 milionidi italiani (cioè la metà della popolazione) ha paura del futuro, attualmente ci si trova in una situazione nettamente peggiore, dal punto di vista del mercato, rispetto a quella che vede i venditori convinti di poter dettare i prezzi del mercato e gli acquirenti interessati ad investire in una casa come dieci anni fa.
Semplicemente ci si trova in un paese che non offre più nulla, se non tasse da pagare a fronte di disservizi, ingiustizie sociali e ruberie, dal quale chi non ha una preparazione è già scappato via verso altri paesi a svolgere lavori umili, ma comunque dignitosamente retribuiti, mentre chi ha una preparazione universitaria ragiona in ottica di lavoro all'estero oramai da qualche anno.
Non esiste neanche un barlume di presupposto per una ripresa del mercato delle abitazioni poiché la domanda sta diminuendo, tantomeno esistono validi presupposti per una tenuta dei prezzi, sia a breve termine, sia a lungo termine.
L'ottimistico destino dei prezzi delle case è quello di tornare a livelli di prezzi ante-euro,ma con una capacità di spesa, e quindi di indebitamento dell'italiano medio, drammaticamente precipitata rispetto al 2001

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