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Compravendita, locazione o investimenti esteri? da dove arriverà la ripresa del mattone
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Che si tratti di una ripresa vera o di una ripresina, sono molti quelli convinti che il mattone abbia ripreso a muoversi, forti di alcuni dati sull'andamento delle compravendite (+1,8% nel 2014). Tendenza affidabile (vedremo com'è andato il primo trimestre 2015) o figlia di un ottimismo terapeutico di cui tutti abbiamo bisogno, è certo che l'onda ribassista dei prezzi ci farà ancora compagnia per parecchi mesi. 

Per parlare di ripresa serve lavorare sulla capacità di acquisto degli italiani, quindi occorre farci capire cosa si farà per favorire l'occupazione di lungo periodo ma, soprattutto, di manifestare senza reticenza la volontà di moderare l'accanimento fiscale nei confronti del mattone, che non è ( O non dovrebbe essere) un bancomat di Stato.

A prescindere da come andranno le cose, è bene soffermarci su alcuni aspetti che ci possono aiutare a capire come sta cambiando il mercato immobiliare italiano, perchè la ripresa può manifestarsi su nuovi assunti.

Il primo aspetto riguarda gli investitori esteri. Non mi riferisco solo al fondo sovrano del Qatar che compra Porta Nuova, quanto al rivolo di numerosi piccoli investitori che stanno acquistando immobili ed operazioni di sviluppo nel nostro paese. Certo, il target è preciso, gli investimenti vengono fatti in zone di richiamo turistico e di respiro culturale, insomma dove il rischio di invenduto si riduce, e in prospettiva, pronte a cavalcare eventuali rialzi e prese di profitto.

L'Italia però non è tutta mare cristallino e monumenti. La grande sfida è rappresentata dalla riqualificazione dell'anonima provincia o delle periferie della grandi città, dove il patrimonio edilizio è spesso figlio di speculazioni selvagge e la proprietà è molto frazionata.

Qui parlare di riqualificazione urbana o energetica appare una sfida immane. Tuttavia un fenomeno per noi ancora sconosciuto in questa forma, ma che è approdato saldamente in Europa, è quello dei grandi proprietari immobiliari che acquistano per la successiva messa a reddito.

In Germania, ad esempio, la società Deutsche Wohnen possiede già 146mila unità abitative locate e Deutsche Annington Immobilien è a quota 184mila. Una vecchia lettura di 15 anni fa e che cito di frequente, racchiude la visione profetica di Jeremy Rifkin ( Economista americano)  che, nel suo "L'era dell'accesso" sostiene che "l'accesso all'utilizzo" di un bene sarà la nuova realtà.

La smania di possesso lascerà liberi anche noi italiani, così affezionati al mattone? L'immobiliare vivrà un'era di accentramento in poche, facoltose, mani?

Il dato sulle locazioni residenziali (+47,40% di crescita dal 2007) ci porta a credere che qualcosa è cambiato e dovrebbe farci riflettere sui futuri scenari di riassetto di questo comparto strategico che, in qualche modo, continuerà ad essere un pilastro fondamentale della nostra economia.

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