In Italia c'è una quota di interazione immobiliare molto più bassa rispetto a quella di altri Paesi, un fatto che dovrebbe spingere gli operatori a valutare modelli alternativi di consulenza immobiliare, come quello anglosassone. A dirlo il presidente Fimaa-Confcommercio, Santino Taverna, che intervistato da idealista news, analizza i segnali provenienti dal mercato e pensa si possa parlare di una vera ripresa e non "di un esercizio di ottimismo".
Una vera ripresa e non un esercizio di ottimismo
"E' vero che nel primo trimestre del 2016 si è registrato un notevole incremento delle comprevendite soprattutto nel campo del residenziale. Questo fa ben sperare che si sia imboccati una strada della ripresa e non un esercizio di ottimismo".
"Siamo passati da un mercato di richiesta a uno di offerta, da un mercato dell'acquisto della prima casa a uno di scambio e di sostituzione, tra l'altro con la volontà politica di contenere l'inflazione. Proprio quell'inflazione che negli scorsi anni ha sempre veicolato, proprio nel campo dell'immobiliare, enormi flussi di denaro".
Un nuovo modo di fare intermediazione
"Oggi gli operatori immobiliari dovranno prestare molto attenzione alle nuove dinamiche del mercato. Il fatto stesso che in Italia ci sia la quota più bassa di interazione del mercato rispetto ad altri Paesi è un altro segnale interessante che dovrebbe spingere la categoria a valutare anche altri modelli, come quello anglosassone della consulenza immobiliare".
La concorrenza delle banche
"Fimaa non ostacola l'esistenza di concorrenza nel campo immobiliare, ma quando si parla di concorrenza ci devono essere pari opportunità per tutti. Noi vorremmo evitare che alcuni clienti che si trovano esposti nei confronti delle banche si trovino in poi in una situazione che non va certo ad agevolare il mercato delle compravendite immobiliari".
7 Commenti:
non si capisce poi così bene di cosa stia parlando.
Io ignoro come funzioni la consulenza immobiliare anglosassone. Qualcuno me lo può spiegare? grazie
In Inghilterra la commissione di vendita e' generalmente dell'1%. Questa e' pagata dal venditore e prevede la pubblicizzazione dell'immobile, il lavoro necessario alla visione dell'immobile (visite dei prospettivi compratori) e supporto durante le negoziazioni e le transazioni legali. Non comprendo dunque come il sign Taverna possa sostenere che la commissione delle agenzie immobiliari italiane sia la più bassa, specialmente se comparata a quella britannica.
Francamente Anch'io non ho ben compreso il senso dell'articolo e cosa si volesse affermare, beh!
Vogliamo spiegarci meglio o facciamo solo delle battute? Che perlomeno le informazioni siano complete.
Aria fritta
probabilmente si riferiva non alla percentuale ma al numero delle intermediazioni
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