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Acquistato per far posto a un ristorante, quest’antico immobile che oggi è una casa-museo nasconde i resti di antiche tombe messapiche, affascinanti simboli templari e un convento francescano. Sul tutto aleggia anche la presenza di un misterioso fantasma. idealista news ha visitato a Lecce il Museo Archeologico Faggiano , Nato dal sogno e dalla perseveranza di Luciano Faggiano, che ha conquistato anche la prima pagina del New York Times.

Tra simboli templari e tombe messapiche, idealista ti porta alla scoperta della casa-museo che ha conquistato anche l’America

Ritrovamenti dell’epoca messapica

Nel 2001, durante i lavori per la riparazione della tubatura della fogna, in questa proprietà acquistata nel 1984 per farne un ristorante, abbiamo scoperto del tutto casualmente l’esistenza di un’antica tomba. Quello che doveva essere una semplice settimana di lavori, si è trasformata in sette anni di scavi”. E' così che racconta l’inizio della sua appassionante avventura Luciano Faggiano, proprietario dell’omonimo museo nel centro storico di Lecce.

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Luciano Faggiano

Scavi che hanno portato alla luce l’esistenza di insediamenti di origine messapica risalenti al V secolo avanti Cristo, “perché il primo piano di calpestio, che abbiamo individuato sotto numerosi strati di pavimento accumulatosi nel corso dei secoli, è formato da roccia e paglia; sono stati recuperati e resi visibili anche dei fori circolari scavati nella roccia che servivano per la costruzione delle capanne, una tecnica risalente a quel periodo storico”. A quell’epoca appartengono anche i resti di un’antica tomba pavimentale scavata nella roccia, che per le sue dimensioni appartiene a un bambino e nella quale sono state trovate anche delle statuette di terracotta.

 

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Simboli templari
Ma questa è solo una parte dei 2000 anni di storia che racconta la casa-museo aperta al pubblico grazie allo sforzo, tanto fisico quanto economico, del signor Faggiano e dei suoi familiari. “Gli scavi li ho realizzati tutti a mie spese, investendo fino ad oggi circa 300.000 euro”. L’immobile fu utilizzato come granaio e intorno al 1100 come fabbrica per la lavorazione delle spade da un antico ordine dei templari. “L’analisi di atti notarili a Napoli ha dimostrato come questo sia il 12esimo sito templare dei 15 che si trovano in Salento"

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Sulle pareti sono stati ritrovati i resti di un camminamento che dall’antica torretta di avvistamento, passando per il primo piano attraverso una scala, arriva nel luogo dove un tempo sorgeva l’antica Chiesa di Santa Maria dei Tempio”. Simboli templari sono disseminati, qua e là, in tutta la casa-museo. Sulla torre di avvistamento c’è infatti una nicchia, con un affresco raffigurante il terzo occhio esoterico (ovvero un triangolo con in ogni lato il tempietto di Salomone, lo spirito santo e un calvario con una croce che brucia). Al piano terra, che attualmente ospita l’ingresso del Museo, è stata rinvenuta la rosetta dei templari o fiore della vita, costituito da sette punti, sei esterni e uno centrale. Sette è il numero sacro, perché rappresenta la genesi.

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Convento dei francescani
“Intorno al XV-XVI secolo la struttura fu adibita a convento del terzo ordine francescano ed era collegata all’antica chiesa di San Matteo. Le gallerie di fuga furono allora utilizzate come cisterne d’acqua. Non a caso è stata rinvenuta anche una grande cisterna a sezione campaniforme a pianta ovale. La porta del convento che anticamente si apriva su un lato nord dell’immobile, presentava un’epigrafe in latino “si deus pro nobis, quis contra nos” (Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi), tratta da un'epistola di San Paolo, che però risale all’epoca dei templari.

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Proprio in questo periodo nacque l’usanza di seppellire i defunti in Chiese o conventi. Testimonianza ne è la tomba comune che è stata rinvenuta a circa sei metri nel sottosuolo. “Questa è collegata a una stanza dove i corpi venivano 'fatti essiccare', ovvero svuotati dai liquidi, prima di essere portati nella tomba attraverso uno stretto passaggio. La stanza si trova a circa 13 metri di profondità e questo impediva che tali liquidi inquinassero le acque del fiume Idiurme che scorre a circa 7,8 metri sotto il livello del suolo”

Un misterioso monaco
Su questo immobile, che racchiude in sé secoli di storia, aleggia anche la presenza di un misterioso monaco incappucciato che, afferma serio il signor Faggiano, è stato avvistato da circa cinquanta visitanti, molti dei quali sono bambini. Tutti assicurano di aver intravisto un uomo con un abito talare, “soprattutto nel primo pomeriggio, quando sono pochi i visitatori, anch’io ho visto aggirarsi una figura tra le stanze del museo, ma non sono sicuro che si tratti di un uomo o di una donna”

 

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