Allo Spazio Ersel di Torino la mostra "Forever Green"
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Una storia artistica del verde, dal 600 a Rothko e Merz
Askanews
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 I campi di colore dei quadri di Mark Rothko sono entrati nell'immaginario collettivo, ma poter vederne uno a dominante verde è abbastanza raro. L'occasione è offerta dallo Spazio Ersel di Torino, che ospita la mostra dedicata proprio al colore verde nell'arte, "Forever Green", curata da Chiara Massimello. "Il verde non è un tema di per sé - ha spiegato - è una sorta di pretesto. Almeno così noi lo abbiamo affrontato: il pretesto per raccontare attraverso un colore un po' della storia dell'arte".

Una storia che prende pieghe inattese, come in un paio di notevoli Lucio Fontana, ma anche, un po' a sorpresa, in un dipinto secentesco di Giulia Crespi. Per secoli, infatti, il verde è stato un colore minore, giunto tardi, per così dire, alla ribalta. E all'esposizione, che segue quelle dedicate al bianco e al rosso, ha collaborato anche la galleria Robilant+Voena, rappresentata da Paolo Bonacina. "Il verde - ha spiegato - inizia a diventare un colore più importante dal 700, dai primi paesaggi romani settecenteschi, per poi raggiungere con l'800 la piena libertà con gli impressionisti e la pittura en plein air, oppure con dei quadri italiani di cui qui abbiamo portato degli esempi".

Impresa specializzata nella gestione dei patrimoni, Ersel guarda all'arte come elemento di relazione, con le persone e la comunità, avendo anche presente il tema della speranza e della rinascita associato al colore verde. "E' un bisogno della nostra famiglia quello di contornarci del bello, di fare stare bene le persone che lavorano con noi, i nostri clienti - ci ha detto Paola Giubergia, Responsabile relazioni esterne di Ersel -. E poi lo facciamo perché amiamo la nostra città".

La mostra, aperta fino al 26 novembre, presenta, tra le altre opere, un acrilico su juta di Mario Merz, diversi Mimmo Rotella, oltre ad alcuni lavori notevoli di Paolo Scheggi, Remo Bianco e Peter Halley.

 

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