Tassi mutui tornati a livelli 3 anni fa, Abi: restano molto bassi
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Askanews

Prosegue e si rafforza leggermente la crescita dell'erogazione di prestiti bancari a imprese e famiglie in Italia. Ad aprile sono aumentati del 2,6% rispetto a un anno fa, secondo il rapporto mensile dell'Abi, che si basa sui dati della Banca d'Italia. Il disaggregato sui prestiti alle imprese pi? recente riguarda marzo, in cui l'aumento è stato dell'1,3% su base annua, mentre sui prestiti alle famiglie la crescita è più sostenuta, pari al 4%. Il tasso medio sui nuovi mutui, ossia prestiti per l'acquisto di abitazioni è salito all'1,82%, a fronte dell'1,66% di marzo.

Secondo l'Abi anche ad aprile i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento sono rimasti su livelli molto bassi. In media 2,16%, a fronte del 2,14% di marzo. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è attestato all'1,26%, dall'1,23% il mese precedente (a fine 2007 questo tasso aveva toccato il 5,48%).

Il tasso medio sui nuovi mutui, ossia prestiti per l'acquisto di abitazioni è salito all'1,82%, a fronte dell'1,66% di marzo. Si tratta del valore più alto dal maggio del 2019, secondo le tabelle dell'Abi, ma appunto è rimasto vicino ai livelli di questa fase attuale di tassi storicamente bassi. L'associazione ricorda che a fine 2007 i tassi sui nuovi mutui avevano raggiunto il 5,72%.

Continuano a calare le sofferenze complessive sui prestiti delle banche in Italia. A marzo le sofferenze nette, ovvero depurate da svalutazioni e accantonamenti gi? effettuati dagli istituti di credito con proprie risorse, sono scese a 16,9 miliardi di euro, da 17,9 miliardi di febbraio e risultando di circa 3 miliardi inferiori rispetto al marzo del 2021. Lo rileva l'Abi nel suo rapporto mensile, aggiungendo che rispetto al picco segnato da questa voce nel novembre del 2015, 88,8 miliardi di euro, le sofferenze risultano diminuite di quasi il 72%.

Diminuisce anche il rapporto delle sofferenze nette sugli impieghi totali, allo 0,96% a marzo 2022, dall'1,03% il mese precedente, 1,15% un anno prima mentre al picco del novembre 2015 aveva toccato il 4,89%.

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