Decreto dignità, cosa prevede dai contratti a termine alla delocalizzazione delle imprese

Dopo il via libera da parte del Consiglio dei ministri al decreto dignità, tramite un video pubblicato su Facebook, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha fatto sapere: “Avevamo promesso guerra al precariato, alla burocrazia, al gioco d’azzardo e alla delocalizzazione, lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto”. Vediamo cosa prevede il provvedimento che introduce misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese
Decreto dignità, l’entrata in vigore e le misure fiscali

Decreto dignità, l’entrata in vigore e le misure fiscali

Dopo aver ottenuto il via libera dal Consiglio dei ministri, il decreto dignità è entrato in vigore il 14 luglio, giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. L’inizio dell’esame nell’Aula della Camera slitta al 30 luglio. L’esame del Senato è programmato la settimana successiva dal 6 al 10 agosto. Tra gli interventi previsti, oltre il limite di utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, ci sono misure in materia di semplificazione fiscale: dalla modifica al redditometro all’abolizione dello split payment per i professionisti

Decreto Dignità in Gazzetta Ufficiale, ecco le misure principali

Il decreto dignità è stato firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale in attesa dell’esame delle Camere, entro sessanta giorni. Pur tra le polemiche legate alle conseguenze sul mondo del lavoro, vengono quindi introdotte una serie di misure  a tutto campo.
Redditometro, la prima casa non fa reddito e non giustifica accertamenti fiscali

Redditometro, la prima casa non fa reddito e non giustifica accertamenti fiscali

Novità sul fronte del fisco e della casa. Con la sentenza n. 499/2017, la Commissione Tributaria Regionale della Toscana ha specificato che la prima casa - insieme all’automobile - non fa più reddito. Nel dettaglio, da quanto chiarito, è illegittimo avviare un’indagine di accertamento sintetico, o da redditometro, nei confronti di un contribuente sul presupposto unico della sua titolarità di un’abitazione principale e di un’autovettura di modesto valore. Si tratta, infatti, di beni di possesso generalizzato e non di parametri di ricchezza