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Che cos’è la valutazione immobiliare e perché è importante per la ripresa del settore
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La fiducia è il solo rimedio alla paura che ha irrigidito il mercato immobiliare italiano. Per recuperarla e di conseguenza mettere in moto la ripresa sono necessari due elementi fondamentali: la trasparenza e l’informazione. Ne è convinto Angelo Donato Berloco, presidente di E-Valuations – Istituto di estimo e valutazioni, che in occasione di un seminario organizzato a Roma ha spiegato, con il contributo degli ospiti presenti, perché la valutazione immobiliare è così importante.

La valutazione immobiliare - Ma facciamo un passo indietro e capiamo meglio che cos’è la valutazione immobiliare. Il valutatore immobiliare è colui che ha il compito di determinare un elemento patrimoniale dell’immobile, di sovente il valore di mercato. I risultati dell’attività del valutatore vengono poi riportati nella perizia di stima, che costituisce il cuore della valutazione immobiliare. Con il tempo, un’attenta e precisa attività di valutazione immobiliare è divenuta sempre più importante. Trasparenza, qualità e professionalità sono diventati elementi imprescindibili. A tutto ciò si aggiunge una necessaria armonizzazione delle metodologie e delle procedure di stima a livello europeo.

In occasione del seminario “La valutazione immobiliare strumento decisivo per la ripresa del mercato”, il presidente di E-Valuations ha posto l’accento sulla complessità del mercato immobiliare, costituito da molteplici attori e su quanto, in tale contesto, sia importante il ruolo del valutatore. “Si tratta di una rete sempre più complessa – ha spiegato Berloco – che ha un tessuto connettivo univoco rappresentato dalla valutazione”. Una valutazione che è scientifica, basata sull’analisi dei dati e riferita a standard riconosciuti.

Un linguaggio unico per i valutatori - Ma, come sempre, non è tutto oro quel che luccica. A tal proposito, secondo quanto spiegato da Chris Thorne, Technical Director Ivsc, che ha illustrato il ruolo degli International valuation standard nel mercato internazionale e le conseguenze nei mercati nazionali, le valutazioni spesso non sono coerenti, si presentano fragmentate, anche in base ai mercati di riferimento. Questo comporta una ricaduta sul mercato finanziario. Diventa, dunque, importante cercare di uniformare le voci dei diversi valutatori. In poche parole, creare un’unica lingua che i valutatori devono saper parlare.

La valutazione e le vendite all'asta - La valutazione degli immobili è molto importante anche nelle vendite all’asta. A tal proposito, Daniele Tarricone, Chief Business Strategies Officer di UniCredit Credit Management Immobiliare, ha sottolineato la necessità di dati molto precisi. “Non sono sufficienti le valutazioni del tribunale – ha spiegato Tarricone –, un investitore che vuole approcciare il mercato delle aste in modo fattivo ha bisogno di valutazioni puntuali”. Della necessità di avere a disposizione rapporti di valutazione ha parlato anche Silvano Moggi, responsabile ufficio gestione tecnica beni e garanzie di Mediocredito italiano, il quale ha detto: “La trasparenza delle valutazioni in fase di acquisizione dell’immobile è molto importante per le banche”.

Uni 11558 - Nel corso del convegno è stato poi posto l’accento sulla norma Uni 11558 relativa ai valutatori immobiliari. Una norma intitolata “Valutatore immobiliare. Requisiti di conoscenza, abilità e competenza” e che definisce i requisiti di conoscenza, abilità e competenza del valutatore immobiliare allo scopo di meglio determinare il valore degli immobili.

I requisiti del valutatore immobiliare - Ma quali sono i requisiti che deve possedere un valutatore immobiliare? Deve aver maturato un’esperienza nel settore di almeno tre anni, deve possedere conoscenze in estimo, principi di economia e mercati immobiliari, sistema catastale, certificazione ambientale e, più in generale, competenze in diritto urbanistico, fiscalità immobiliare, matematica finanziaria, statistica, scienza e tecnica delle costruzioni. Il valutatore, inoltre, deve possedere le competenze necessarie a effettuare la valutazione in modo appropriato, sia nella tecnica di rilevazione dei dati e nell’applicazione dei procedimenti di stima, sia nell’audit immobiliare e nel riesame dei rapporti di valutazione.

Chi sono i valutatori immobiliari - A livello nazionale, i valutatori immobiliari possono essere professionisti iscritti ad albi o registri (architetti, ingegneri, geometri, periti industriali, agronomi), società di valutazione immobiliare, agenti immobiliari, periti esperti iscritti presso le Camere di Commercio, studi associati di professionisti.

Il difficile e importante ruolo del valutatore - Quella del valutatore immobiliare, però, non è un’attività semplice. Mirko Baldini, amministratore delegato di Cbre Valuation spa, ha spiegato che la velocità con la quale il mercato si sta muovendo sta rendendo ancora più difficile l’attività del valutatore. Alberto Zanni, di Confabitare, ha posto l’accento su un altro aspetto e ha affermato che il mercato immobiliare è in difficoltà, non solo a causa della crisi economica che lo ha intaccato, ma anche perché non vengono applicati gli strumenti che potrebbero rilanciarlo, tra cui – per l’appunto – le valutazioni.

La formazione universitaria - Del ruolo trainante e decisivo delle valutazioni immobiliari ha parlato anche Saverio Miccoli, ordinario di Estimo all’Università La Sapienza, che però ha messo in evidenza anche quanto la formazione universitaria sia limitata e quanto ciò vada a contrastare con la realtà, che richiede un valutatore immobiliare sempre più qualificato.

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2 Commenti:

carlo
13 Maggio 2015, 16:45

tutti i tecnici si avvalgono per le stime e per le valutazioni sia per banche che per tribunali dell'OMI oramai, mi sono accorto con la mia piccola esperienza trentennale del settore che solo alcuni agenti immobiliari "seri" sanno realmente dare le giuste valutazioni sia per la parte venditrice sia per la parte acquirente, sono gli unici ad avere la reale stima di mercato aggiornata al momento

mauro
20 Maggio 2015, 12:09

fiducia? in cosa? se è dato sapere. http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2015/05/20/istat-trappola-diso….
Istat: 'trappola' disoccupazione, durata media 2 anni
Tempi salgono ancora se si è in cerca di un primo impiego, 34mesi
La crisi ha trasformato la disoccupazione in una 'trappola' da cui è difficile uscire: in Italia, dati aggiornati al 2014, chi è "alla ricerca di un'occupazione lo è in media da 24,6 mesi", cioè da oltre due anni, e "da 34 mesi se ricerca il primo impiego". Lo rileva l'Istat, sottolineando come i tempi diventino sempre più lunghi.

A confronto con l'anno precedente, infatti, la durata media della disoccupazione è aumentata di 2,3 mesi (quasi tre mesi per chi cerca la prima occupazione). Tanto che, sottolinea sempre l'Istat nel Rapporto annuale, l'incidenza dei disoccupati di lunga durata sul totale supera il 60%. Insomma trovare un posto appare impresa di non poco conto, ecco che in tanti ci rinunciano, almeno stando ai dati sul 2014, con l'Istat che conta oltre due milioni di scoraggiati tra il totale degli inattivi (15-64anni).

Con questi presupposti sarebbe interessante capire se anche le banche avranno fiducia in coloro che saranno intenzionati a chiedere un mutuo.

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