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Da punto di riferimento per i viandanti che transitavano per le strade italiane, a compagna di viaggio per i giovani in cerca di un lavoro. Per lungo tempo abbandonata e ridotta quasi a una rovina, un'ex casa cantoniera alla periferia di Taranto, è stata trasformata nel Centro educativo Murialdo, punto di incontro per chi vuol scoprire la propria vocazione lavorativa e dare nuovo lustro al territorio. idealista news ha visitato questa struttura Anas e intervistato l'artefice della sua trasformazione, il direttore del Cem, padre Nicola Preziuso.

Giunto circa 30 anni fa nella diocesi di Taranto, padre Preziuso decise di mettersi al servizio della comunità, creando un centro di lotta alla disoccupazione. A pochi metri dalla sua parrocchia, sulla strada statale che collega Taranto con Metaponto, individuò una casa cantoniera ormai da lungo tempo abbandonata. "Mi recai a Bari dai dirigenti Anas - spiega padre Preziuso - per chiedere di poterla mettere a nuovo con l'aiuto e il denaro dei volontari - e loro ci diederono il permesso di utilizzo in attesa di una regolarizzazione, che però non è mai avvenuta".

Compagna di viaggio per i giovani

Il gruppo di volontari mise il proprio tempo e la propria arte al servizio di un sogno più grande, ridando l'antico splendore alla casa cantoniera. "Realizzammo la messa a norma del tetto, degli impianti elettrici e idraulici e decidemmo di ridipingere la struttura conservando il rosso Anas caratteristico di tutte le case cantoniere". "Il nostro sogno di essere compagni di strada dei giovani che non avevano un lavoro nacque in perfetta sintonia con il fatto che la casa cantoniera per sua natura è stata una presenza costante sulle strade della nostra nazione proprio per facilitare il cammino dei viandanti".

La girandola degli spazi

La struttura è organizzata secondo il modello di orientamiento della "girandola degli spazi" - una serie di attività diverse che vanno dalla ceramica alla pasticceria - dove ogni giovane o adulto trascorre un periodo di tempo determinato, per scoprire la propria vocazione lavorativa. "Al piano terra vi sono gli spazi di pasticceria, ceramica, direzione, cucito e ricamo. Al piano superiore ci sono altri 100 m2, con - tra le altre cose - anche la stanza per la parrucchiera e la cappellina". A capo di ognuno di questi spazi c'è un direttore, ovvero un volontario specializzato in ognuna di queste professioni, che funge da "guida" per le persone che ancora non hanno scoperto la propria strada.

Una volta terminato il percorso all'interno del centro, i giovani vengono accompagnati anche in uno step successivo, quello della ricerca di uno stage lavorativo in un'azienda, o in un'ultima analisi, anche per intraprendere un percorso di autoimprenditorialità.

Un nuovo futuro per la casa cantoniera

Circa dieci anni fa, intanto "arrivò una lettera di sfratto da parte dell'Anas nazionale perché la struttura doveva essere utilizzata esclusivamente per i fini istituzionali". Mentre cercavano una sistemazione alternativa, ai volontari del Cem - dopo la partecipazione a un bando pubblico - fu permesso di restare dietro pagamento di un regolare canone di affitto.

Quello che a prima vista era un ostacolo, si è però trasformato in un'occasione di crescita e di superamento.  Alla Fondazione Cem è infatti stata data in concessione un'area dismessa dalla Marina Militare. Si tratta di quattro ettari di terreno, con annesse cinque casette, dove - alla fine di un lungo lavoro di ristrutturazione - sorgerà un nuovo e più ambizioso centro di lotta alla disoccupazione.

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