È uno dei padiglioni favoriti al Leone d'Oro della 17. Mostra di Architettura di Venezia. E non è difficile capire il perché. Il Padiglione della Danimarca racchiude perfettamente il senso della Biennale, mettendo al centro del suo "Conect-ed-ness" proprio l'acqua, in un'impattante messa in scena
Progettato dallo studio di architettura di Copenaghen Lundgaard & Tranberg Architects, a cusa di Marianne Krogh, il padiglione cerca di dimostrare come tutto nella natura sia collegato attraverso l'acqua, elemento dinamico che pervade ogni elemento del pianeta. L'acqua, che è quella piovana di Venezia, viene accolta dentro il padiglione, fluisce attraverso di esso, per poi uscire fuori, nella terra, a cominciare un nuovo ciclo. Testimonianza di come tutti noi facciamo parte di uno stesso circuito vitale, nel quale l'acqua connette passato, presente e futuro.
Anche i visitatori possono diventare parte attiva di questo eterno fluire bevendo una tazza di té di verbena preparato nello stesso padiglione con l'acqua piovana. L'acqua che si beve oggi raccontano i curatori "può essere passata attraverso un fiume vent'anni fa" ed quindi l'elemento che rappresenta l'eterna connessione tra ecosistema e umanità.
L'esterno del padiglione è formato da una struttura in legno ricoperta da piante edibili ed erbe aromatiche. Le piante vengono irrigate dall'acqua piovana raccolta dal tetto del padiglione che gocciola dal soffitto per confluire in un piccolo stagno artificiale. Da qui l'acqua passa attraverso una cisterna per poi confluire nella sala più grande dove si trovano una serie di pedane in legno e dei divani imbottiti rosa.
Dalla sala principale del padiglione, pensata anche come spazio di socializzazione, l'acqua scorre fuori per poi essere reimmessa nell'edificio attraverso un sistema di circolazione composto da serbatoi e filtri di purificazione.
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