A dispetto della preoccupazione per i dazi Usa, il mercato del mobile e del design italiano sembra sempre più dinamico. Questa è l’impressione che si ricava dal 63° Salone del Mobile di Milano, un’edizione caratterizzata da grande presenza internazionale con circa il 40 per cento di espositori internazionali. Il mercato americano resta fondamentale, ma nel mondo esistono nazioni che non vedono l’ora di lavorare in partnership con le eccellenze italiane dell’arredamento. idealista/news ne ha parlato con Maria Porro, presidente del Salone del Mobile 2025.
“Il Salone del Mobile è alla sua 63° edizione che si conferma ancor più internazionale, - spiega Porro; - sono oltre 2000 espositori presenti, un 38 per cento da tutto il mondo di cui il 70 per cento europei. I visitatori arrivano da tutto il mondo confermando il Salone come punto di riferimento per il settore.
Un grandissimo fermento che può contribuire ad accelerare il business e a costruire ponti verso mercati in via di sviluppo”.
Quali tendenze di arredo emergono quest’anno?
La cosa interessante è la diversità della proposta; ci sono padiglioni dedicati al mobile classico, all’illuminazione, al design contemporaneo. È diverso anche il target delle varie proposte. Alcuni trend emersi gli scorsi anni inoltre continuano ad essere percorsi, come ad esempio il prodotto outdoor a cui viene dedicata la stessa cura che si trova per l’interno.
L’altra direzione è la sostenibilità, ormai diventata un must per ogni produttore, anche perché costituisce un vero e proprio vantaggio competitivo per le aziende.
Salone del Mobile nel 2024 ha fatto il giro del mondo: come è andata?
È stato un anno di grande promozione del Salone all’estero, con l’obbiettivo non tanto di aumentare i numeri quando ti alzare sempre più il livello dei visitatori, per permettere alle aziende di avere contatti di qualità. Abbiamo iniziato a settembre toccando Cina, Stati Uniti, Messico, Sudafrica, Sud Est asiatico, percorrendo tutti i continenti per raccontare Salone del mobile alla stampa e alle associazioni di interior designer e di architetti e utilizzando format diversi a seconda delle geografie incontrate.
Come i dazi Usa potranno influenzare il mercato del mobile?
Il mercato americano è il secondo per importanza, il primo fuori Europa; ovviamente c’è una certa preoccupazione per i dazi, soprattutto perché il nostro settore è a filiera lunga, quindi occorre supportare le aziende lungo tutto il processo per evitare erosione dei margini.
Però siamo qui al Salone del Mobile con la possibilità di aprire verso nuovi mercati che possano controbilanciare eventuali crisi del mercato Usa.
Gli interlocutori americani comunque sono presenti: ricordiamo che in alcune città ci sono quartieri interamente abitati dal design italiano e in cui la comunità dei buyer americani da anni lavora in partnership con le aziende italiane. È quindi fondamentale fare in modo che questo mercato non perda la sua forza e rilevanza.
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