Il nome di Umberto Eco, intellettuale e padre della semiotica morto il 19 febbraio all'età di 84 anni, è indissolubilmente legato al suo romanzo più famoso "Il Nome della Rosa". La storia che vede protagonisti il frate francescano inglese, Guglielmo da Baskerville, e il suo allievo, Adso da Melk, è ambientata in un'abbazia benedettina sperduta sui monti dell'Italia settentrionale. Per descrivere con minuzia di dettagli il monastero, lo scrittore e filosofo piemontese si ispirò a questi luoghi.
Il Nome della rosa, Sacra di San Michele
Complesso architettonico collocato sul monte Pirchiriano, all'imbocco della Val di Susa, la Sacra di San Michele è il monumento simbolo del Piemonte. Le origini di questo santuario sono incerte, anche a causa delle numerose leggende legate alla sua storia. La più famosa è quella della "Via Michelita" o "Via Angelica", secondo la quale fu San Michele a tracciata la via che unisce la Sacra con quella di altri due famosi santuari a lui dedicati: Moint Saint Michel in Normandia, e Monte Sant'Angelo in Puglia.
Fu lo stesso Umberto Eco, in una lettera indirizzata al Rettore dell'Abbazia, datata il 20 febbraio 1995, a legare il nome della Sacra a quella del suo romanzo più famoso; "Caro Rettore, i miei legami con la Sacra risalgono molto indietro nel tempo...L'ultima volta l'avevo visitata col registra del Nome della Rosa che inizialmente pensava di girare là le scene principali[...]"
Visita virtuale della Sacra di San Michele
Santuario della Madonna della Guardia
In una lettera indirizzata a Enrico Massone, giornalista e geografo, nel 1989, Umberto Eco ammette di aver avuto in mente per ambientare il suo romanzo più famoso le alture e i monti di Genova. "Le interesserà sapere che parte del libro è stata scritta ad Uscio, e che altre volte pensavo al santuario della Madonna della Guardia, nel genovese..."
Considerato il più importante santuario mariano della Liguria, e uno dei più importanti d'Italia, il santuario di Nostra Signora della Guardia, edificato sulla vetta del monte Figogna a partire dal 1500, è situato nel comune di Ceranesi.
I richiami più evidenti al romanzo, vengono per bocca dello stesso Adso da Melk e si ritrovano nello skyline del santuario. "D'un tratto ci si trovava come su di una terrazza montava che dava a picco su golfi bellissimi, e dopo non molto si penetrava in gole profonde, dove montagne si elevavano tra le montagne, e l'una ottundeva all'altra la vista della costa, lontana, mentre il sole penetrava a fatica in fondo alle valli". Non a caso, proprio sotto i portici del santuario, costruito a 804 metri dal livello del mare, si sentono quel "vento che sibilava tra le gole" e quell'"alterna lotta dei balsami marini e dei gelidi soffi rupestri" di cui parla Adso.
La tenuta della Cheirasca, a Gavi
Splendida tenuta di 100m2, la Cheirasca, nel piccolo paesino piemontese di Gavi, è stata un tempo una florida azienda agricola, poi seminario per giovani religiosi e infine rifugio per artisti prima di essere definitivamente abbandonata. Messa per tre volte all'asta dall'attuale proprietario, per ben tre volte è rimasta senza offerta.
Negli anni '70 apparteneva ad Eugenio Carmi, maestro dell'astrattismo italiano, morto il 16 febbraio all'età di 96 anni, e amico di Umberto Eco. Quest'ultimo visitò più volte la tenuta e sembra che furono proprio le piccole celle, dimora dei seminaristi fino agli inizi del '900, ad aver ispirato la trama del Nome della Rosa.
Il Nome della rosa location del film
Una volta visti i luoghi che ispirarono Eco nella stesura del suo romanzo, diamo un'occhiata alla location del film. Il regista Jean-Jacques Annaud girò il film in sedici settimane grazie alle scenografie che il premio Oscar Dante Ferretti elaborò in due diverse località: una collina nei pressi di Roma, e il monasterio di Kloster Eberbacj presso Francoforte in Germania.
2 Commenti:
bha,,,,,,,,,,,,,
foto e servizio molto belli ed interessanti
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