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Mutui in crescita per le famiglie italiane. Lo dicono i dati di Banca d’Italia e lo conferma l’Ufficio studi di Tecnocasa.

"Il mercato sembra aver trovato la sua dimensione e il calo delle surroghe e sostituzioni compensa la crescita delle operazioni di acquisto – spiega a idealista News Renato Landoni, Presidente Kìron Partner. -  Si rileva un riallineamento della domanda sui livelli dello scorso anno con una componente di richieste per acquisto in ripresa. I principali indici dei tassi di riferimento sono ancora bassi, le banche applicano spread convenienti e i valori delle abitazioni si mantengono a livelli interessanti”.

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, analizzando i dati sui mutui di Banca d’Italia,  ha evidenziato che il trend storico emerso nel primo trimestre 2018 vede uno stock di mutui in essere pari a 314.971 milioni di euro. Si tratta di un valore più alto sia rispetto al trimestre precedente (+0,46%) sia in relazione allo stesso periodo dell’anno scorso (+2,5%).

Anche considerando il monte finanziamenti in corso dal 2014 si raggiunge il valore più alto di sempre (nel 2011 lo stock mutui cubava 313.864 milioni di euro). Inoltre, la composizione è in buona parte di finanziamenti a tasso fisso, il che presuppone un minor rischio in capo agli istituti erogatori e di conseguenza una migliore offerta per i nuovi futuri richiedenti. "In questo contesto – afferma Landoni - permarranno buone opportunità per tutte le famiglie che vorranno affacciarsi all’acquisto dell’abitazione per tutto il 2018 e almeno per tutto il primo semestre 2019”

Ma chi vince il confronto tra tasso fisso e tasso variabile? “Stando alle dinamiche dei tassi di giugno 2018 – spiega Landoni -, si è calcolato l’importo della rata mensile di un mutuo ipotecario del valore di 110.000 euro per una durata di 25 anni, ipotizzando che l’immobile valga 160.000 euro e che lo spread medio di mercato si attesti a 1,20% per il tasso fisso e a 1,20% per il tasso variabile. Con un mutuo a tasso fisso sosterremmo una rata di 506 euro. La rata del mutuo a tasso variabile sarebbe però più conveniente: 98 euro in meno, ovvero 408 euro”. Ovviamente va considerata la possibilità che nei prossimi anni i tassi di interesse potrebbero risalire, ripercuotendosi anche sui finanziamenti a tasso variabile.
 

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