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Nuova vita per le case cantoniere: diventeranno strutture ricettive e turistiche
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Istituite nel 1839 da un regio decreto del re di Sardegna Carlo Felice come strumento di controllo, le case cantoniere furono progressivamente abbandonate. Adesso un accordo siglato da Anas, Mibact, Mit e Agenzia del Demanio vuole dare nuova vita a questo pezzo di storia cambiandone la destinazione d'uso e trasformandole in strutture turistico-ricettive.

Il progetto prevede una fase pilota che coinvolgerà 30 case cantoniere individuate su tutto il territorio nazionale, che sarà progressivamente integrato con ulteriori beni pubblici dismessi, appartenenti allo Stato, agli enti territoriali e a altri enti pubblici. Anas si farà carico della ristrutturazione degli immobili e definirà uno standard di servizi per garantirne l'uniformità.

Le case cantoniere "sono un patrimonio straordinario" per il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini. "Sono più di mille - ha detto durante la presentazione dell'accordo - appartengono ai nostri ricordi, sono un formidabile marchio italiano che diventerà conosciuto nel mondo, così rosse con la scritta 'case cantoniere' con il numero del chilometro" e potranno diventare degli "straordinari supporti" per itinerari "a piedi, in motocicletta, automobilistici secondari, ciclabili".

"Potranno diventare locande, ostelli, officine, magari per riparare la bicicletta o la motocicletta", ha aggiunto. "Con la firma di questo protocollo - ha commentato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio - le case cantoniere di Anas ritorneranno a essere simbolo positivo di un'identità italiana diffusa di accoglienza e di relazione tra le persone"

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