Il ministro croato delle Finanze, Zdravko Maric, ha firmato, durante una breve cerimonia nel pomeriggio a Bruxelles a margine del Consiglio Ecofin, gli ultimi atti giuridici che completano il processo di ingresso del suo paese nell'euro. La Croazia sarà il 20esimo paese dell'Eurozona a partire dal primo gennaio 2023, meno di 10 anni dopo la sua adesione all'Ue (il primo luglio 2013), e nel ventesimo anno dall'entrata in circolazione dell'euro.
Alla cerimonia sono intervenuti anche il vicepresidente esecutivo della Commissione europea responsabile per l'euro Valdis Dombrovskis, il commissario all'Economia Paolo Gentiloni e la presidente della Bce Christine Lagarde, e il presidente di turno dell'Ecofin, Zbynek Stanjura, ministro delle Finanze della Repubblica ceca.
Maric ha fatto un beve discorso sul "messaggio chiaro e forte di oggi, che l'integrazione dell'Ue continua nonostante tutte le sfide" da affrontare.
Gentiloni ha sottolineato quanto sia stato "straordinario il viaggio di un paese che la mia generazione ricorda in guerra, trenta anni fa, il primo conflitto in Europa dopo la seconda guerra mondiale", e poi "lo straordinario risultato" dell'adesione all'Ue, e solo 10 anni dopo l'ingresso nell'euro. "Oggi celebriamo il rafforzamento della nostra Unione, con quasi 350 milioni di europei nell'Eurozona", ha concluso il commissario.
Anche Lagarde ha rilevato che "insieme siamo più forti", con "questo scudo, il denominatore comune" della moneta unica. La presidente della Bce ha anche avvertito che la partecipazione all'euro richiede "impegno e continuo rispetto delle regole", ciò che la Croazia ha dimostrato di poter assicurare.
"La cerimonia della firma di oggi - ha detto Dombrovskis - segna un momento storico e simbolico per la Croazia, ed è anche un momento importante per l'Unione europea. Quando la Croazia adotterà l'euro il prossimo anno, saranno trascorsi otto anni dall'ultimo allargamento della zona euro, con la Lituania nel 2015".
"Vorrei congratularmi con la Croazia, i suoi leader e il suo popolo, per questo risultato impressionante, che completerà la piena integrazione della Croazia nell'Unione Europea meno di un decennio dopo la sua adesione", ha continuato il vicepresidente esecutivo della Commissione, aggiungendo che "la Croazia ha dimostrato grande impegno e perseveranza nel soddisfare le condizioni necessarie per l'adesione all'euro e nel raggiungere un elevato grado di convergenza economica sostenibile", e questo nonostante il Paese abbia dovuto "far fronte ad alcuni terremoti e all'impatto della pandemia di Covid".
Il duro lavoro svolto dalla Croazia durante il processo di adesione "conferma che l'euro è una valuta globale attraente, resiliente e di successo. La nostra unione monetaria è una grande risorsa per l'Europa, un simbolo della sua forza, unità e solidarietà", ha sottolineato Dombrovskis.
Questo "è particolarmente importante in un momento così difficile in cui l'aggressione della Russia contro l'Ucraina continua a inviare onde di shock in tutto il mondo. Un'Eurozona forte e più ampia rafforza l'influenza dell'Europa a livello internazionale", e contribuisce "ad ampliare le basi per la futura resilienza e forza economica dell'Europa", ha osservato ancora il vicepresidente esecutivo della Commissione.
Ma naturalmente, l'adesione all'euro porterà benefici economici tangibili anche per la Croazia", ha rilevato Dobrovskis: "Renderà più facile investire nel Paese. Abbasserà le barriere per le imprese e rimuoverà i costi di cambio valuta. Potrà aiutare a stabilizzare i tassi di interesse, rendendo più facile e più economico l'accesso ai prestiti per le persone e le aziende", con in più "un impatto positivo sulla crescita grazie alla piena integrazione nel mercato unico dell'Ue".
Per Dombrovskis, infine, l'ingresso nell'euro renderà beni e servizi croati "più competitivi", e porterà perciò a "un aumento dei posti di lavoro e standard di vita più elevati: buone notizie - ha concluso -, in un momento in cui l'Europa è alle prese con un'inflazione elevata".
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