Vi siete mai chiesti come sono le case degli architetti? Riproducono anche nel loro focolare domestico l’immaginario che veicolano con i loro progetti o preferiscono una dimensione più intima e personale? idealista/news vi porta negli appartamenti dei grandi nomi dell'architettura italiana, che ci aprono le porte per mostrarci come hanno arredato i loro spazi e per raccontarci la loro visione del design. Delle volte visiteremo anche i loro studi, spesso situati proprio accanto alle loro case.

Nuvola Massimiliano Fuksas

Alla scoperta delle case e degli studi dei più grandi nomi dell’architettura italiana

Il mondo dell’architettura è certamente affascinante e i suoi protagonisti non sono da meno. Ma qual è la loro storia e qual è la loro visione? Proprio per scoprire qualcosa di più su questi professionisti, idealista/news ha pensato di portare i propri lettori nelle case e negli studi dei più grandi architetti italiani, che hanno mostrato in che modo hanno arredato i loro spazi e hanno offerto il loro punto di vista in tema di progettazione e design. Da Massimiliano Fuksas a Francesca Frendo, da Massimo Pica Ciamarra a Matteo Thun, Giorgio Donà e molti altri ancora
Francesca Freno

"Il mio modo di fare architettura è contaminato dalla città che vivo e che trasmetto in ogni mio progetto"

Per il nuovo appuntamento con la rubrica "Nella casa dell'Architetto", idealista/news ha incontrato Francesca Frendo nella sua casa di Chiaia, uno dei quartieri più eleganti di Napoli che regala preziosi scorci marini tra palazzi importanti ed indizi di una movida raffinata che si è appena assopita. Il suo è un palazzo del ‘600. Uno dei due della zona. E qui vive ovunque anche la napoletanità intesa come contaminazione di arti, stili e culture: e questa è la cifra stilistica dell’architetto Frendo. Che ce ne parla in questa intervista
Federico Delrosso

"La mia casa è uno spazio che rappresenta il mio modo di lavorare e la mia vita"

La scala è il centro di gravità dell’abitazione dell’architetto Federico Delrosso, che ci ospita nella sua casa che è anche il suo nido e il suo centro di progettazione. Un elemento protagonista dell’ambiente, che unisce con una certa robustezza ed armonia lo spazio verticale in cui si sviluppa l’abitazione. Come fosse una colonna vertebrale. "Per me è quasi un elemento scultoreo", dice l’architetto
Massimiliano Fuksas

Fuksas: "Odio la parola Archistar. A 17 anni già vivevo solo, perché facevo il pittore"

Quando arriviamo nel suo studio (un palazzo rinascimentale nel cuore di Roma, la cui configurazione attuale risale alla seconda metà dell'Ottocento), l’architetto Massimiliano Fuksas, una delle firme italiane più riconosciute a livello globale, ci aspetta in una bella sala che affaccia su una piazzetta carica di storia. Un campanile, ogni tanto, scandisce l'ora con pesanti rintocchi.  Con Fuksas ripercorriamo gli inizi della sua carriera, i suoi successi, per cogliere poi il senso di questo mestiere, che è "inaspettato" ed intriso di voglia di conoscere e di amore per il cambiamento. Ma guai a chiamarlo Archistar