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Cala la ricchezza degli italiani. Lo dicono gli ultimi dati del Rapporto sulla stabilità finanziaria di Banca d’Italia. Secondo quanto rilevato, alla fine di giugno 2018 il Belpaese ha tesaurizzato il 2% in meno rispetto alla fine del 2017. Secondo il sondaggio Acri-Ipsos, inoltre, il 62% degli italiani tiene i soldi sotto il materasso, invece di investirli.

Risparmi degli italiani in calo nel 2018

Stando al rapporto di Banca d’Italia pubblicato lo scorso venerdì, nonostante la situazione finanziaria complessiva degli italiani resti solida con un grado di indebitamento tra i più bassi dell’area euro, la ricchezza finanziaria delle famiglie alla fine di giugno era inferiore del 2% (poco meno di 85 miliardi) rispetto alla fine del 2017. Ciò nonostante investimenti netti da oltre 24 miliardi; negli ultimi mesi oltretutto il peggioramento dei mercati azionari e obbligazionari si sarebbe riflesso in un’ulteriore perdita di valore di circa l’1,5 per cento. Il risparmio finanziario, secondo Via Nazionale, è infatti investito per la metà in attività esposte alle tensioni sui mercati (obbligazioni pubbliche e private, azioni, fondi comuni, fondi pensione e alcuni prodotti assicurativi).

Soldi sotto il materasso: il risparmio per gli italiani

In generale, tuttavia, il comportamento degli italiani nei riguardi dei risparmi resta improntato all’accumulo di liquidi su conto corrente. L’ultimo sondaggio Ipsos-Acri, infatti, rileva come ad investire siano solo il 33% degli italiani, mentre il restante 62% del campione tiene, tutti o parte, i propri liquidi immobilizzati sul conto corrente.

Il lato positivo di ciò è il ritorno al risparmio, dopo gli anni della crisi, che è tornato a fare capolino nel secondo trimestre 2018. Circa la metà degli italiani, secondo il sondaggio, risparmia senza troppa fatica: circa il 40% è riuscito a farlo negli ultimi 12 mesi (parametro che era sceso al 28% nel 2012). Si tratta però di un mettere da parte che non implica l’investimento, parte per una questione di abitudine e diffidenza, parte per i tassi di interesse poco remunerativi.

Investire in immobili: lo sognano i giovani, i dirigenti e il Sud

Calano anche gli investimenti immobiliari, che dal 54% del 2010 si limitano al 32% del secondo trimestre 2018. La dinamica degli investimenti immobiliari segna comunque una crescita per il quarto anno di fila; siamo al 32% (nel 2014 era il 24%, nel 2015 il 29%, nel 2016 il 30%, nel 2017 il 31%, ma molto lontani dal 2006, quando la percentuale di coloro che vedevano nel mattone l’investimento ideale era il 70%).

La crescita della tensione all’immobiliare si registra solo al Sud e nelle Isole (38%); nel Nord, e soprattutto tra chi ha accumulato risparmi nel 2018, la preferenza va alle forme di investimento più sicure, mentre solo il 29% investe in immobili nel nord est e il 26% nel nord ovest. Al Centro, ad investire in immobili è il 30% del campione.

Curiosamente, a considerare l’investimento immobiliare come ideale è la fascia di età più giovane, tra i 18 e i 30 anni (il 44% del campione): più disillusi gli anziani over 65, che investono in immobili solo nel 15% dei casi preferendo, addirittura, il risparmio senza investimento (42%) o investire in strumenti sicuri (36%). Una tendenza peraltro solo lievemente diversa da quella dell’anno precedente.

Allo stesso modo, investirebbero preferibilmente in immobili i lavoratori a livello direttivo (40%) o gli studenti (41%) mentre lo farebe solo il 18% dei pensionati.

Sono giornalista dal 2010 e lavoro felicemente in idealista dal 2018. La mia specialità è l'economia e il mercato immobiliare a Milano, ma mi piace anche dare consigli su come prendersi cura della propria casa. Sono la mamma di Francesco dal 2015 e impazzisco per il mio gatto Sonic dal 2022. Nel tempo libero pratico krav maga (occhio!), cucino dolci e, quando posso, canto da soprano in un coro .