Il settore privato dell'eurozona ha indicato a giugno la più rapida espansione in 15 anni, sostenuta dall'impennata della produzione sia nel settore manifatturiero che nel terziario.
Al netto dei fattori stagionali, l'indice IHS Markit PMI dell'eurozona di giugno si è posizionato su 59,5, da 57,1 a maggio e rivisto dal 59,2 della stima flash. Non solo è il quarto mese consecutivo in cui l'indice si posiziona su un valore superiore alla soglia 50,0, ma è anche il più alto valore raggiunto da giugno 2006.
La crescita di giugno rispecchia una marginale accelerazione della produzione manifatturiera. ma anche la crescita più elevata del settore terziario da metà del 2007.
L'Irlanda ha registrato il più rapido tasso di espansione della produzione, anche se appena inferiore al record di maggio. Tutte le altre nazioni monitorate hanno segnalato un miglioramento della crescita dell'attività composita, con in testa la Spagna con i valori migliori da febbraio 2000, e la Germania, la cui espansione ha segnato il valore più alto in oltre dieci anni. Italia e Francia hanno entrambe indicato le migliori prestazioni in quasi tre anni e mezzo.
Il flusso dei nuovi ordini ricevuti dalle aziende del settore privato dell'eurozona è aumentato ad un tasso considerevole. Dalla lettura dei dati dell'indagine di giugno, i livelli di crescita sono stati i migliori in 21 anni. In aggiunta, nel corso del mese sono stati riportati incrementi della domanda sia nazionale che estera.
I nuovi ordini esteri, imputabili principalmente alla forte prestazione del manifatturiero, hanno indicato il tasso di incremento più elevato da settembre 2014, quando i dati compositi sono stati per la prima volta disponibili.
Inevitabilmente, nel corso del mese la capacità è andata sotto pressione, come evidenziato dal quarto aumento mensile consecutivo degli ordini inevasi. Di conseguenza, e per il quinto mese consecutivo, i livelli occupazionali sono aumentati, toccando il valore più alto dall'inizio del 2018. In merito alla crescita delle assunzioni, i paesi che hanno guidato la classifica sono stati Irlanda, Germania e Spagna.
La fiducia sulle prospettive future è migliorata segnando a giugno livelli record da metà 2012, con le aziende che hanno mostrato ottimismo sulle prospettive di forte crescita dell'attività nei prossimi mesi.
Tuttavia, la pressione dei costi resta una preoccupazione. Le spese operative di giugno sono aumentate a livelli storicamente elevati, con l'inflazione che ha registrato i valori più forti da settembre 2000. Tutto questo ha causato un rialzo record dei prezzi di vendita in quasi 19 anni, da quando cioè i dati si sono resi disponibili.
L'Indice Pmi dei servizi a giugno ha toccato il valore più alto da luglio 2007. Su base destagionalizzata l'indice ha registrato 58,3, il terzo mese consecutivo di crescita. Ancora una volta, tutte le nazioni hanno registrato notevoli aumenti dell'attività economica, guidate da Irlanda e Spagna. Dai commenti raccolti in sede d'indagine, il rallentamento generale delle restrizioni anti Covid-19 ha contribuito a sostenere l'attività dei mercati, stimolando un incremento notevole e accelerato del volume dei nuovi ordini. La crescita dei nuovi ordini è stata la migliore da luglio 2007.
La capacità operativa è tuttavia rimasta sotto una forte pressione, come evidenziato dall'aumento degli ordini inevasi per il terzo mese consecutivo. L'incremento netto è stato il più forte da maggio 2000 ed ha incoraggiato le aziende ad assumere personale aggiuntivo. Nel settore terziario, i livelli occupazionali generali sono aumentati per il quinto mese consecutivo e la crescita è accelerata ai livelli più forti da ottobre 2018.
La maggiore richiesta di personale ha causato qualche pressione sui salari che, unitamente ai maggiori costi per beni, carburante e utenze hanno generato il più forte rialzo delle spese operative da luglio 2008. Come conseguenza, i prezzi di vendita hanno indicato il maggiore aumento da ottobre 2000. La fiducia sulle prospettive future ha indicato il valore più alto da agosto 2000. Con il graduale attenuamento degli effetti economici negativi causati dalla pandemia, le aziende si sono mostrate sempre più certe che le tendenze positive avutesi nei mesi recenti si prolungheranno.
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