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Askanews

Mercato del lavoro 'ingessato' per effetto del Covid. Le assunzioni, nel 2020, sono crollate del 30% e tutto l'anno è stato caratterizzato da una brusca caduta del fabbisogno di lavoro: ad una riduzione degli occupati del 2,8% si affianca un calo delle unità di lavoro del 7,1% e delle ore lavorate del 7,7%, a suggerire una riduzione allargata del contributo lavorativo.

Una parte, se pur ridotta anche a seguito del blocco dei licenziamenti, ha perso il lavoro, ma molti hanno lavorato e guadagnato meno. E' la fotografia scattata dall'Inps nel Rapporto annuale.

Nel complesso, considerando tutte le tipologie contrattuali, a fine febbraio 2021, i posti di lavoro dipendente presso le aziende private risultavano diminuiti di 37.000 unità rispetto allo stesso momento dell'anno precedente. Un'analisi per genere evidenzia un saldo positivo per gli uomini, +44 mila, e una flessione per le donne, -81 mila unità. "Le donne hanno pagato di più questo periodo pandemico, con una maggiore contrazione degli impieghi temporanei", hanno spiegato i tecnici dell'Istituto.

Un mercato, dunque, in sospensione, in cui i disoccupati crescono poco, i contratti a termine non vengono rinnovati e i lavoratori indipendenti perdono componenti significative, pur tuttavia senza che il tasso di disoccupazione si impenni. L'ingessatura appare anche di dati amministrativi Inps sui flussi: nell'anno pandemico i flussi riguardanti tutte le tipologie di rapporti di lavoro si sono contratti, irrigiditi.

Le assunzioni hanno subito una contrazione attorno al 30%, arrivando a sfiorare il 40% per intermittenti e apprendisti. Le trasformazioni sono diminuite del 21% e le cessazioni sono calate mediamente del 25%, con livelli più elevati in particolare per l'apprendistato (-31%) e per il tempo indeterminato (-29%), vale a dire per le tipologie contrattuali più interessate dal blocco dei licenziamenti e dal ricorso contestuale alla Cig Covid.

I posti di lavoro preservati con il blocco dei licenziamenti nel periodo marzo 2020-febbraio 2021, rispetto alla fisiologia del mercato del lavoro come documentata dai dati statistici disponibili, possono essere valutati in circa 330.000 e per oltre due terzi riconducibili alle piccole imprese (fino a 15 dipendenti).Va tenuto conto che negli anni precedenti la pandemia i licenziamenti di natura economica superavano il mezzo milione all'anno, a fronte tuttavia di una dinamica positiva di assunzioni.

 

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