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Askanews

Indispensabile per la vita e l'agricoltura, l'acqua è una risorsa fortemente a rischio, proprio per l'uso eccessivo globale che ne viene fatto: si stima, infatti, che l'agricoltura rappresenti oltre il 70% dell'utilizzo idrico e che con la crescente domanda di cibo, l'uso dovrebbe aumentare ulteriormente. Proprio in occasione della Giornata mondiale dell'acqua 2022 è stato presentato un progetto coordinato dal CREA Agricoltura e Ambiente per fornire strumenti a tutela della risorsa idrica

L'ultimo rapporto della FAO (SOFA, 2020), riporta che, negli ultimi vent'anni, in tutto il mondo le riserve di acqua dolce sono diminuite di oltre il 20% e che continueranno a diminuire in relazione ai cambiamenti climatici in atto, in particolare legati all'assenza di precipitazioni invernali, che creano riserve d'acqua per le successive irrigazioni, e alla siccità (il Po ad esempio sta registrando valori di secca come in estate). Proprio per arginare la carenza idrica, la ricerca sta studiando nuove strategie in ambito agricolo per l'uso razionale di questa preziosa risorsa.

Il progetto, coordinato dal CREA Agricoltura e Ambiente, nasce dallo sforzo di ripensare la carenza d'acqua disponibile per le aziende agricole in chiave innovativa e resiliente, con soluzioni reali e praticabili. In tale direzione, il Centro, infatti, sta studiando e quantificando gli effetti del biochar (il carbone vegetale che si ottiene dalla pirolisi - ossia dalla decomposizione termochimica - di diverse biomasse vegetali), che, se applicato ai suoli, è un efficace ammendante, in grado cioè di migliorarne le proprietà fisiche e idrauliche. In generale, l'addizione di biochar al suolo aumenta la sua porosità e favorisce la ritenzione idrica e quella degli elementi nutritivi, che rimangono più a lungo disponibili per le piante.

E' stato evidenziato che l'aggiunta di biochar alla concentrazione del 20 o del 40% (in volume) a tre suoli medio sabbiosi, ne ha incrementato il contenuto idrico volumetrico alla capacità di campo (field capacity), in media del 10 o del 20%.

 

Nell'ambito di due accordi operativi, il CREA Politiche e Bioeconomia ha ideato, sviluppato e aggiornato due banche dati, SIGRIAN (Sistema informativo nazionale per la gestione delle risorse idriche in agricoltura) e DANIA (Database nazionale degli investimenti per l'irrigazione e l'ambiente), per programmare gli interventi e per la valutazione e monitoraggio fisico e ambientale delle politiche di settore, attraverso la quantificazione di indicatori di contesto e di processo.

L'uso congiunto di queste due banche dati è stato fondamentale per il PNRR (l'investimento 4.3, "Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche" della M2C4) nello specifico per gli interventi finalizzati all'efficientamento e al telecontrollo delle reti irrigue collettive nonché per l'installazione di misuratori ad integrazione degli interventi promossi dagli altri Ministeri. Sono state raccolte, infatti, tramite SIGRIAN le informazioni del contesto irriguo nazionale su cui operare, la presenza o meno di misuratori; tramite DANIA le stime del fabbisogno di intervento (in termini monetari e delle tipologie di interventi richieste) e le statistiche dei costi dei risultati attesi dall'investimento.

Unendo le due tipologie di informazioni, sono stati quindi valutati i target raggiungibili attraverso il Piano: le fonti di prelievo dotate di misuratori aumenteranno fino al 40% al 2026, mentre sul fronte dell'estensione almeno il 15% dell'area al 2026 passerà a gestione più efficiente della risorsa irrigua per effetto degli interventi.

 

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