I buoni pasto il servizio pi? offerto dalle imprese
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Askanews

Solo un italiano su tre pensa che l'azienda in cui lavora abbia a cuore il suo benessere e la sua salute. E' quanto emerge da una ricerca dell'osservatorio sanità di UniSalute e Nomisma, realizzata su un campione di 1.200 italiani sul tema delle misure di welfare aziendale, in particolare in ambito salute.

Malgrado il tanto parlare di ambienti di lavoro più vicini ai bisogni delle persone, dunque, circa due italiani su tre non sembrano percepire un reale impegno della propria azienda in questo senso. Dallo studio risulta come il servizio offerto più spesso sia quello dei buoni pasto o della mensa, fornito da un'azienda su due (50%). Al secondo posto ci sono i servizi di sanità integrativa (46%), seguiti dai percorsi di formazione (42%), dai fondi pensione (39%) e dai buoni spesa/gift card (29%).

Ma c'è anche chi lavora in aziende che non hanno alcun piano di welfare aziendale: il 79% vorrebbe che il proprio datore di lavoro cominciasse a introdurlo e la medesima percentuale desidererebbe fosse inclusa anche la sanità integrativa (79%). UniSalute ha indagato quali servizi relativi alla salute fossero più popolari tra coloro che hanno la possibilità di accedervi. Il rimborso delle spese per visite ed esami (svolti privatamente o tramite il servizio sanitario nazionale) è al primo posto, sfruttato dal 71% dei dipendenti. Seguono le prestazioni mediche in convenzione a prezzi agevolati (68%) e i pacchetti di prevenzione e check-up (60%).

Ancora poco diffusi, invece, benefit come i pacchetti maternità (16%), la copertura per lo psicologo/psicoterapeuta (16%) o i servizi di telemedicina (12%). Indipendentemente dalle specifiche misure, circa un lavoratore su tre (31%) dice che l'opinione che ha dell'azienda è cambiata in meglio dopo l'introduzione di benefit relativi alla salute. Sembrano però esserci ancora margini di miglioramento. Solo il 42%, infatti, si dice soddisfatto dell'offerta di sanità integrativa attualmente a sua disposizione. Più di uno su quattro (27%) ritiene probabile che nei prossimi mesi la integrerà con un'assicurazione sanitaria individuale, come già fatto dall'8% degli intervistati.

 

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