Al secondo posto Caserta
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Askanews

Lucca è la città dove gli aumenti dei prezzi degli alberghi in un anno sono stati maggiori (20,2%). Lo afferma l'Unione nazionale consumatori che ha condotto uno studio per stilare la classifica delle città che hanno avuto i maggiori rincari per quanto riguarda gli alberghi, elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di luglio e confrontandoli non solo rispetto alla scorsa estate ma anche rispetto ai tempi pre-crisi, ossia all'estate del 2021, prima della guerra in Ucraina e del decollo dei prezzi, dalla luce al gas.

Al secondo posto Caserta, con un incremento annuo del 13,7%. Medaglia di bronzo a Rimini con +10,9%. Appena giù dal podio Perugia con +10,2%. Firenze risulta solo al 54esimo posto con +0,3% e, addirittura in deflazione, Venezia (66esimo, -1,3%), Roma (71esimo, -3%) e Milano, al quarto posto delle virtuose con -7,9%, dopo la vincente, come città risparmiosa, Siena (-12,6%), Mantova (-10,4%) e Pisa, al terzo posto con -9,4%.

Gli aumenti rispetto a quattro anni fa

Se però confrontiamo i prezzi rispetto a 4 anni fa, aggiunge l'UNC, il quadro si ribalta. A fronte di un'inflazione pari al 17,7%, i servizi di alloggio sono decollati del 38,6%, oltre il doppio. Cambia anche lo scenario delle città e tornano le big del turismo. Medaglia d'oro, infatti, è Venezia con un balzo del 64,7%, Medaglia d'argento per Milano con +60%. Al terzo posto Firenze con +58,8%. Seguono Grosseto (+57,5%), Lucca (+56,5%), Trieste (+55,5%), settima Palermo con +53,6%, poi Napoli (+52,4%) e Como (+51,7%). 

Chiudono la top ten Roma e Reggio Calabria, entrambe con un ragguardevole +50,1%. Nessuna città è in deflazione. La più conveniente è Massa Carrara con +2,9%, al secondo posto Trapani (+5,8%), medaglia di bronzo per Parma (+8,3%).

"Non sappiamo se quest'anno gli albergatori delle città più visitate d'Italia, da Venezia a Firenze, sono stati virtuosi, se i rincari contenuti dipendono invece da un calo dell'afflusso turistico rispetto alla scorsa estate o se, avendo già portato al massimo i prezzi negli ultimi anni non potevano permettersi di incrementarli ulteriormente, pena la perdita di clienti. In ogni caso emerge che dal 2021 ad oggi i servizi alberghieri hanno subito rialzi ben superiori all'inflazione del Paese"

"Insomma, agli aumenti degli stabilimenti balneari, saliti a luglio del 7,3% su giugno 2025, del 5,4% su luglio 2024, del 19,9% sull'estate del 2023 e del 22% sul 2021, si aggiungono quelli delle altre voci legate al turismo, che, messi tutti insieme, visti gli stipendi da anni al palo, costringono gli italiani ad accorciare sempre più le ferie per poter far quadrare i conti o a non partire affatto per le vacanze", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

 

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