Peso del Pil del Mezzogiorno sceso dal 24% al 22% dal 1995
Commenti: 0
Askanews

Si allarga il divario tra il Mezzogiorno ed il resto del Paese. Negli ultimi venticinque annila quota di Pil prodotta dal Sud sul totale nazionale è diminuita, passando da oltre il 24% del 1995 al 22% del 2019. E' quanto emerge da un'analisi del Centro tudi di Confcommercio secondo il quale tra le principali cause ci sono "minore produttività per i difetti strutturali, come burocrazia, criminalità, carenze infrastrutturali, e un livello di occupazione che ha evidenziato una crescita cumulata pari ad appena un quarto della media nazionale (4,1% contro il 16,4%)".

Un fenomeno, quest'ultimo, che sconta prevalentemente gli effetti della riduzione della popolazione residente, in particolare quella giovanile che al Sud si è ridotta di oltre 1,5 milioni nel periodo considerato.

In termini di popolazione, infatti, il peso del Sud sul totale Italia passa dal 36,4% al 33,9% "ma è ben più grave la questione della popolazione giovane - sottolinea la ricerca - tra il 1995 e il 2019 l'Italia nel complesso perde oltre un milione di giovani (da poco più di 11 milioni a poco più di 10 milioni, e tutta questa perdita è dovuta ai giovani meridionali".

Al di là del più elevato tasso di disoccupazione del Mezzogiorno e dei più bassi tassi di partecipazione, soprattutto femminile, al mercato del lavoro "emerge tutta la fragilità dell'economia delle regioni del Sud semplicemente analizzando la variazione degli occupati totali: nei quasi cinque lustri considerati, la crescita cumulata dell'occupazione per il totale Italia (16,4%) è 4 volte quella del Sud (4,1%)".

 

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account