Ma occorre spendere interamente i fondi destinati al Mezzogiorno (40%)
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Salari, crescita e divario di genere: qual è lo stato dell'economia nel Sud Italia?
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Askanews

Qual è lo stato dell'economia nel sud Italia in relazione ai salari, ai divari di genere e alle previsioni di crescita (anche grazie agli aiuti del Pnrr)? A dirlo il rapporto annuale della Svimez.

L'effetto delle misure del Pnrr e delle politiche di bilancio alla crescita è maggiore al Sud, dove il contributo offerto dagli interventi copre il 58,1% della crescita cumulata nel quadriennio 2021-2024 contro il 45% nel Centro-Nord. Lo evidenzia la Svimez nel suo rapporto annuale sullo stato dell'economia del Sud Italia, sottolineando come l'economia meridionale potrebbe avere una spinta decisiva se si spenderanno interamente i fondi destinati al Mezzogiorno (40%) e se si riuscirà a trasformare la spesa per investimenti pubblici in nuova capacità produttiva in grado di intercettare una quota maggiore di domanda, interna ed estera.

Complessivamente, nel periodo 2021-2024 il Pil è visto a +12,4% al Sud contro il +15,6% al Centro-Nord. Nel quadriennio, spiega Svimez, l'impatto relativamente maggiore delle manovre di finanza pubblica e del Pnrr al Sud rispetto al Centro-Nord dovrebbe impedire al divario di riaprisi. In particolare, per il 2022 la Svimez prevede un aumento del Pil del +4,2% al Centro-Nord e del +4% nel Mezzogiorno. Nel biennio 2023-2024 stima al Sud rispettivamente un +1,9% il primo anno e un +1,5% il secondo, mentre nel Centro-Nord il Pil crescerebbe del +2,6% nel 2023 e del +2% nel 2024.

Il divario di genere

Buona parte dei divari di genere dell'Italia con l'Unione europea sono ascrivibili alla situazione delle regioni meridionali: la quota di donne NEET è molto elevata nel Mezzogiorno, quasi 900mila, con valori intorno al 40% rispetto al 17% nella media europea. Lo sottolinea la Svimez nel suo rapporto annuale sullo stato dell'economia e della società nel Mezzogiorno.

A conferma della maggiore difficoltà di accesso al mercato del lavoro delle giovani donne nel Mezzogiorno, il tasso di occupazione delle 20-34enni laureate da 1 a 3 anni è appena il 44% nel Mezzogiorno a fronte di valori superiori al 70% nel Centro-Nord. Rispetto al secondo trimestre 2019, l'occupazione femminile nel Sud si è ridotta di circa 120mila unità nel 2021: -5% contro il -3,3% del Centro-Nord.

La questione salariale nel Sud Italia

C'à una questione salariale nel Mezzogiorno che frena la crescita dei consumi. Lo evidenzia la Svimez nel suo rapporto annuale sullo stato dell'economia e della società del Mezzogiorno.

Nel quadriennio l'impatto relativamente maggiore delle manovre di finanza pubblica e del Pnrr al Sud rispetto al Centro-Nord, dovrebbe impedire al divario di riaprisi ma, sottolinea l'associazione, la debolezza dei consumi, conseguente alla dinamica salariale piatta (15,3% di dipendenti con bassa paga rispetto all'8,4% in quelle del Centro-Nord), al basso tasso di occupazione e all'eccessiva flessibilità del mercato del lavoro meridionale, con il ricorso al tempo determinato per quasi 920mila lavoratori meridionali (22,3% al Sud rispetto al 15,1% al Centro-Nord) e al part time involontario (79,9% al Sud contro 59,3% al Centro-Nord), frenerebbe la crescita.

 

 

 

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