Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, responsabile per le questioni economiche e fiscali, ha illustrato oggi le priorità della Commissione europea e le sue prossime proposte in materia di tassazione per il 2022, durante un'audizione a Bruxelles nella sotto-comissione per le questioni fiscali del Parlamento europeo.
In particolare, il commissario ha detto di aspettarsi dai co-legislatori (Consiglio Ue e Parlamento europeo) un'approvazione rapida delle proposte, avanzate dalla Commissione a metà luglio, sui "dazi sul carbonio", una "carbon tax" da imporre a certi prodotti importati dai paesi terzi che non applicano un sistema analogo alla normativa Ue per l'abbattimento delle emissioni di CO2 ("Meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere", Cbam), e della revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia.
E ha ricordato che anche la revisione del sistema delle aliquote Iva, dopo tre anni di negoziati, potrebbe essere utile alle ambizioni di politica climatica. La riforma, ha spiegato, "darà più flessibilità agli Stati membri per determinare le aliquote, ma rispettando i principali obiettivi ambientali".
Una volta che l'Ocse avrà messo a punto i dettagli tecnici dell'accordo, le cosiddette 'Regole Modello', ciò che speriamo avvenga nei prossimi giorni, la Commissione si muoverà molto rapidamente per metterli in pratica nell'Ue", ha detto Gentiloni.
Il "primo pilastro" dell'accordo Ocse riguarda i criteri per determinare in quale giurisdizione fiscale le grandi multinazionali (con fatturato annuo oltre i 20 miliardi di euro) dovranno pagare le tasse, mirando a legare l'imposizione al territorio in cui l'impresa realizza i suoi profitti. Il commissario ha ricordato che il testo della convenzione multilaterale sarà finalizzato nella prossima primavera, firmato a giugno e ratificato prima della fine del 2022. "Una volta che il testo sarà sufficientemente avanzato, avremo più chiarezza sulla via da seguire", ha detto il commissario.
Riguardo al "secondo pilastro" dell'accordo, che prevede un'aliquota minima effettiva dell'imposta sulle società del 15%, da applicarsi a tutte le multinazionali con un fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro, Gentiloni ha affermato che la Commissione intende attenersi rigorosamente all'accordo raggiunto all'Ocse, senza aggiungere ulteriori regole.
"Per garantire la tempestiva entrata in vigore delle norme in tutti gli Stati membri - ha annunciato - la Commissione ha in programma di proporre una direttiva Ue ancora entro quest'anno
Questa proposta sarà pienamente coerente con la versione finale delle 'Regole Modello' dell'Ocse. Fornirà certezza giuridica e garantirà che le norme del secondo pilastro siano attuate in modo pienamente compatibile con il diritto dell'Ue", ha aggiunto il commissario.
Gentiloni ha poi detto di attendersi "che in occasione dell'Ecofin di gennaio si tenga una prima discussione a livello ministeriale, al fine di raggiungere un rapido accordo durante la presidenza semestrale francese" del Consiglio Ue.
In questo contesto, ha avvertito, "ricevere rapidamente il parere del Parlamento europeo sarà fondamentale per garantire un'adozione formale tempestiva" delle nuove norme "e rispettare in tal modo la scadenza del 2023 concordata a livello mondiale per la loro entrata in vigore".
Gentiloni ha quindi precisato che "resta valida la decisione di tenere in sospeso la proposta per una 'tassa digitale' come nuova 'risorsa propria'" del bilancio comunitario, perché la Commissione "considera che l'attuazione dell'accordo globale dell'Ocse sia la priorità numero uno nell'area della tassazione societaria
Alla domanda specifica su chi stesse ostacolando la riforma del gruppo del codice di condotta, l'organismo informale dell'UE incaricato in particolare di stabilire l'elenco dell'UE dei paradisi fiscali, Gentiloni ha affermato che Ungheria ed Estonia sono i paesi che stanno bloccando.
Il commissario, infine, ha denunciato il fatto che è bloccata la finalizzazione della riforma del mandato del "Gruppo del Codice di Condotta", l'organismo informale incaricato di stabilire l'elenco dei paradisi fiscali dell'Ue. Il nuovo mandato dovrebbe "aiutare a combattere misure che conducono a una doppia non imposizione, o a un doppio o molteplice uso di benefici fiscali" da parte delle multinazionali operanti nell'Ue. Il ritardo è dovuto a due Stati membri che frenano la riforma, e Gentiloni, che all'inizio non li aveva indicati per nome, lo ha fatto successivamente rispondendo agli eurodeputati: sono Ungheria ed Estonia.
Comunque, ha concluso il commissario, "stiamo lavorando duramente per arrivare a un accordo fra gli Stati membri. Speriamo di arrivare a un risultato ancora quest'anno"
Gli eurodeputati erano particolarmente interessati ad avere maggiori dettagli su come la Commissione ha pianificato di elaborare le sue proposte legislative per attuare il recente storico accordo dell'Ocse sulla tassazione delle imprese multinazionali, le cui regole dovrebbero entrare in vigore entro il 2023.(Segue)
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