1008 Grandi elettori in Parlamento per il successore di Mattarella
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Presidente delle Repubblica italiana: requisiti, compiti ed elezioni
Askanews
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 Il 7 febbraio 2022 scade il mandato dell'attuale Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarrella. Vediamo quali sono i requisiti,  i compiti e le funzioni del presidente della Repubblica e come avvengono le elezioni

La Costituzione affida al Capo dello Stato la rappresentanza dell'unità del Paese e lo pone al vertice dei tre poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e giurisdizionale.

Presidente della repubblica funzioni

Sono espressamente previste una ventina di funzioni presidenziali: sciogliere le Camere (o una di esse), sciogliere i consigli regionali, nominare il premier e su sua proposta i ministri, promulgare le leggi, dichiarare lo stato di guerra deliberato dalle Camere, accreditare e ricevere i diplomatici, ratificare i trattati internazionali previa autorizzazione delle Camere; nominare fino a 5 senatori a vita, inviare messaggi alle Camere, convocarle in via straordinaria, indire le elezioni e fissare la prima riunione delle nuove Camere, autorizzare la presentazione in Parlamento dei disegni di legge governativi, rinviare alle Camere con messaggio motivato le leggi non promulgate e chiederne una nuova deliberazione (potere non più esercitabile se le Camere approvano nuovamente), emanare i decreti legge e i decreti legislativi adottati dal governo, indire i referendum e dichiarare l' eventuale abrogazione delle norme, accogliere il giuramento del governo e le eventuali dimissioni, nominare alcuni funzionari statali di alto grado, presiedere il Consiglio supremo di difesa e detenere il comando delle Forze armate, presiedere il Consiglio superiore della Magistratura, nominare un terzo dei componenti della Corte costituzionale, concedere la grazia e commutare le pene, conferire le onorificenze della Repubblica.

Da questa somma di funzioni deriva il ruolo di "garante della Costituzione" e di "stimolatore" della vita istituzionale: se il Parlamento non riesce a formare una maggioranza e un governo, il Capo dello Stato puo' scioglierlo e mandarci al voto; se i partiti non riescono a concordare un premier, puo' nominarne uno di sua fiducia e inviarlo alle Camere a cercare la fiducia. Interviene nel processo legislativo autorizzando i disegni di legge del governo, chiedendo (ma solo una volta) modifiche alle leggi gia' approvate e infine promulgandole; nomina 5 senatori a vita e 5 giudici costituzionali; presiede il CSM e il Consiglio supremo di Difesa e puo' "correggere" le decisioni della magistratura concedendo la grazia e commutando le pene. Una funzione di stimolo e correzione, che pero' non comporta un ruolo di decisione e indirizzo politico diretto: per questo il Capo dello Stato e' "irresponsabile" politicamente e i suoi atti devono essere controfirmati dal premier o da un ministro che se ne assume la responsabilita'. E' questo che fa del nostro un sistema parlamentare e non presidenziale, anche se alcuni costituzionalisti sostengono che in caso di debolezza dei partiti e dunque del Parlamento, il Capo dello Stato puo' esercitare un "quasi presidenzialismo".

Nelle ultime settimane si sono fatti portavoce di questa tesi alcuni politici, a cominciare dal leghista Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, secondo cui bisognerebbe eleggere al Quirinale il premier Draghi, da dove potrebbe continuare a "guidare il convoglio Italia" in una specie di semipresidenzialismo di fatto. Alcuni commentatori si sono affrettati a sostenere che non sarebbe un gran novità, visto che da 25 anni, almeno dalla presidenza Scalfaro, avremmo un semipresidenzialismo di fatto. Ma non e' proprio cosi. Gli ultimi Capi dello Stato hanno obbiettivamente esteso la "fisarmonica" delle loro funzioni, ma sono rimasti nell'ambito della Costituzione, sia quando hanno nominato premier (Ciampi, Monti e Draghi) che non avevano una maggioranza parlamentare precostituita (ma poi l'hanno trovata amplissima in Parlamento); sia quando hanno chiesto al premier di sostituire candidati ministri che spettava loro nominare (Scalfaro con Previti, Napolitano con Gratteri, Mattarella con Savona); sia quando hanno chiesto modifiche anche estese a leggi che loro avrebbero dovuto promulgare.

Nel regime semipresidenziale c'è parecchio di più: il Presidente (eletto dal popolo) può revocare, oltre che nominare il premier (Macron ha sostituito in cinque minuti Philippe con Castex) e su sua proposta i ministri; dirige operativamente la politica estera e di difesa (infatti al G7, G20 e ai Vertici europei ci va Macron, non Castex, mentre da noi non ci andrebbe Draghi ma il futuro premier; il recente Trattato del Quirinale con la Francia l'ha firmato Draghi con Macron, non Mattarella); in caso di emergenza può assumere i pieni poteri e legiferare per decreto e può anche decidere i referendum. Tutte cose che la nostra Costituzione non consente al Capo dello Stato. E non consentirebbe neppure a Draghi se traslocasse al Quirinale.

Presidente della Repubblica, come viene eletto

Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.

Requisiti per il Presidente della Repubblica

Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d'età e goda dei diritti civili e politici. L'ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica. L'assegno e la dotazione del Presidente sono determinati per legge. Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni. Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica". Queste sono le regole che la Costituzione detta (agli articoli 83,84,85) per l'elezione del Capo dello Stato.

Nel caso della elezione del 2022, poiche' Mattarella ha giurato ed e' entrato in carica il 3 febbraio 2015, il suo settennato scade il 3 febbraio. Dunque il presidente della Camera Roberto Fico potra' convocare le due Camere in seduta comune integrate dai delegati regionali a partire dal 4 gennaio prossimo e si prevede che le votazioni potranno iniziare a fine mese-inizio febbraio.

Presidente della repubblica italiana chi lo vota

I cosiddetti "grandi elettori" sono 1009 (630 deputati, 315 senatori, 6 senatori a vita e 58 delegati regionali). In realtà oggi sono 1008 perche' e' vacante il seggio della Camera di Roma Centro lasciato libero dal neo sindaco di Roma Roberto Gualtieri, per cui si voterà il 16 gennaio. Sulla carta, se le votazioni per il Quirinale inizieranno o procederanno dopo il 16 gennaio, il futuro deputato di Roma Centro esordirà votando il nuovo Capo dello Stato.

Nelle prime tre votazione sara' necessaria la maggioranza di due terzi, pari a 672 grandi elettori. Nella storia dei 12 presidenti solo De Nicola (capo provvisorio dello Stato eletto nel 1946 dall'AssembleaCostituente), Cossiga e Ciampi sono stati eletti ai primi scrutini. Altri hanno superato i due terzi dei voti, ma dal quarto scrutinio in poi: Pertini, che ha ottenuto la piu' ampia maggioranza "quirinalizia" (832 voti su 995), fu eletto al sedicesimo scrutinio, dopo ben 15 votazioni andate a vuoto. Dal quarto scrutinio per essere eletto bastera' la maggioranza semplice di 505 voti.

Presidente della Repubblica Italiana, candidati

Su queste poche regole costituzionali si basa la "corsa al Colle" che ha oltre 25 milioni di potenziali candidati (tutti gli italiani ultracinquantenni che godono dei diritti civili e politici, ma non leader come Salvini, Meloni, Di Maio, Renzi e Calenda che "non hanno l'età'"); una corsa che anima da mesi il dibattito politico ed entrerà nel vivo nelle prossime settimane.

 

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