Fenomeno sociale e culturale, i videogames acquisiscono una nuova dignità. Non solo passatempi per ragazzini annoiati, i videogames entrano nella Biblioteca Nazionale di Francia con una sezione dedicata. Accanto a vecchi libri, film e dischi sono conservate anche console vintage con circa 20.000 titoli di videogiochi.
"Per noi della Bnf i videogiochi sono preziosi quanto gli altri documenti conservati. Gli prestiamo la stessa attenzione, è un patrimonio culturale a sé stante", spiega Laurent Duplouy, capo del dipartimento multimediale della Biblioteca Nazionale di Francia.
Dai primi videogiochi degli Anni '60, passando per quelli iconoci come Packman e Super Mario, ma anche Tomb Raider e tutta la saga di Assassin's Creed, tutti i generi vengono conservati e catalogati anche in base ai supporti possibili: cartucce, dischetti, cd-rom. "Il videogioco viene classificato come arte totale perché unisce la grafica, l'arte narrativa con la sua struttura narrativa, anche se non tutti hanno una struttura narrativa elaborata, e ovviamente la musica" aggiunge Laurent Duplouy.
Tra i principali problemi per la tutela di questo genere l'obsolescenza tecnologica dei supporti, in parte superata dalla digitalizzazione dei giochi analogici, ma resta la questione della dematerializzazione dei software con il cosiddetto "cloud gaming", che sta diventando sempre più il modello videoludico dominante, basti pensare al fenomeno Fortnite, accessibile solo online su piattaforma dedicata e tramite aggiornamenti regolari.
Il video su askanews.it
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