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Riforma del catasto, le rendite non saranno riviste
GTRES

Ancora niente sul fronte del catasto. Nella relazione sulla Nota di aggiornamento al Def, il deputato del M5S, Raffaele Trano, in Commissione Finanze alla Camera, ha affermato che “con riferimento alla revisione delle rendite catastali richiesta dalla Raccomandazione della Commissione Ue, in questa fase il governo non ritiene opportuno rivedere nuovamente l’imposizione sugli immobili, in quanto oggetto di numerosi cambiamenti legislativi negli ultimi anni”.

Da anni si parla di riforma del catasto, ma alla fine il tutto si traduce in un nulla di fatto. La legge 23/2014 ha dato al governo la delega ad operare la revisione delle rendite catastali, con l’obiettivo di correggere le sperequazioni delle rendite utilizzando il metro quadrato, anziché il vano, come unità di consistenza per la determinazione del valore patrimoniale degli immobili.

La riforma prevedeva anche il coinvolgimento dei comuni nel processo di revisione delle rendite, da effettuarsi a invarianza di gettito e tenendo conto delle condizioni socio-economiche e dell’ampiezza e composizione del nucleo familiare.

Secondo il decreto attuativo della Delega fiscale mai approvato, gli immobili non dovevano essere più raggruppati in categorie e classi, ma in due tipologie di fabbricati: quelli ordinari e quelli speciali. Gli appartamenti sarebbero stati inseriti nella categoria ordinaria O/1, mentre ville, immobili signorili e artistici avrebbero avuto una regolamentazione diversa.

Con il fine di consentire una valutazione più oggettiva, il valore degli immobili doveva essere determinato dalla superficie e non più dai vani. A ogni unità immobiliare sarebbe stata attribuita una rendita e un valore patrimoniale stimati in base alle reali caratteristiche dell’immobile e alla zona di appartenenza.

Ma al momento il solo provvedimento ad essere stato adottato è il D.lgs. 198/2014 sul funzionamento delle Commissioni censuarie.

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