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mappa esecuzioni immobiliari
la mappa delle aste giudiziarie idealista/news

Le aste immobiliari sono cresciute del 24% rispetto allo scorso anno. Ecco dove ce ne sono di più secondo Astasy.

Aste immobiliari, +24% annuo

Cresce del 24% il numero di aste immobiliari nel primo semestre dell’anno rispetto allo stesso periodo 2018. Sono infatti 152.708 i lotti di immobili pubblicati in asta (nel primo semestre 2018 erano 128.000) nei 140 tribunali ttaliani dal 1 gennaio al 30 giugno calcolati dal Comitato scientifico Astasy, società del gruppo Gabetti che si occupa di esecuzioni immobiliari. Secondo quanto rilevato, nel 2018 le aste totali sono state 245.100.

Astasy ha calcolato che nel 2019 la media di immobili che giornalmente finiscono all’asta è di circa 836. Da segnalare, anche se non rientra nei primi sei mesi dell’anno, la giornata del 16 luglio che ha visto all’asta 2.370 lotti in tutta Italia.

Resta pressoché invariata la distribuzione geografica delle esecuzioni immobiliari: la Lombardia mantiene il primato della regione con più immobili all’asta (19,05% - 27.680 lotti), seguita da Sicilia (8,85% con 13.515 lotti), Emilia Romagna (8,53% con 13.026 lotti), Lazio (7,38% con 11.270 lotti) e Toscana (7% con 10.705 lotti).

Aste giudiziarie, il valore degli immobili all’incanto

È pari a oltre 25,5 miliardi di euro il valore base d’asta degli immobili posti in capo a procedure esecutive (nate da pignoramento immobiliare) e concorsuali (sottoposte a fallimenti e concordati preventivi, crisi da sovraindebitamento e ristrutturazioni del debito). È stimato che il reale valore (non quindi la CTU – consulenza tecnica d’ufficio - ma il valore come fosse di compravendita a mercato libero) dei cespiti si aggirerebbe in realtà intorno ai 33,75 miliardi, probabile valore di mercato degli immobili incardinati in procedure concorsuali, che a causa dei ribassi d’asta subiscono un ribasso medio di aggiudicazione, in Italia, pari al 56% in meno.

Riforma delle aste giudiziarie, nessun aiuto per le esecuzioni immobiliari

“Il 51% dei valori in campo è concentrato in solo il 5,6% degli asset posti in esecuzione e questi sono spesso situazioni particolari che necessitano d’interventi strategici più chirurgici e mirati, - spiega Mirko Frigerio, amministratore delegato Astasy. - Il problema NPL non è finito, ma si è solo spostato dalle banche ai cessionari del credito. I debitori non hanno assolutamente risolto il loro problema che si mantiene attivo nelle lungaggini amministrative della giustizia. Nonostante i tempi dei tribunali siano nettamente migliorati (ben 289 giorni medi in meno rispetto al 2018), resta comunque altissimo il tempo medio della giustizia, stimato in 4 anni con degli altissimi abbattimenti percentuali sul valore di aggiudicazione degli immobili”.

Il che non sarà certo alleviato dalla riforma dell’art. 560 codice di procedura civile. “La riforma riporterà nei prossimi mesi i tempi della giustizia ad almeno 7 anni fa, - aggiunge Frigerio, - stabilendo che l’immobile pignorato può essere liberato solo dopo l’emissione del Decreto di Trasferimento. In ultimo, i siti che gestiscono le aste telematiche presentano spesso problemi ai loro sistemi informatici, creando inefficienze e difficoltà nella partecipazione alle aste da parte degli investitori e conseguentemente una perdita di valore per le banche, unitamente ad una ricaduta negativa per le famiglie interessate. Auspichiamo pertanto in un rapido ed efficace intervento del legislatore sia in un emendamento dell’art 560 che in una riforma del sistema delle aste telematiche”.

Aste immobiliari, i numeri

Di seguito vengono riassunti i principali dati emersi nei sei mesi analizzati:

  • Sono 112.752 i lotti in asta a causa di pignoramento immobiliare (pari al 74% del totale). Sono invece 36.494 i lotti in asta a causa di fallimenti e procedure;
  • 145.763 lotti (pari al 95% del totale) rappresentano il cosiddetto “granulare” ovvero immobili con valore medio di 85.844 euro – riconducibile spesso a immobili residenziali – e che, con valori di massimo 500.000 euro, arrivano ad un valore di base d’asta pari ad 12.658.749.187 euro;
  • I rimanenti 6.495 lotti (pari solo al rimanente 5,6%), hanno valori superiori ai 500.000 euro, con un volume economico di 12.910.122.522 euro.
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