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La fatturazione a 28 giorni non piace all’authority per le comunicazioni (Agcom), che chiede il ritorno a quella mensile “per garantire il confronto tra prezzi e diverse offerte”. Ed è pronta a sanzionare gli operatori.

Destinatari delle sanzioni sono quegli operatori di telefonia che non rispettano l'obbligo di cadenza mensile della fatturazione. In particolare, l’Agcom ha deciso “di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche”.

L’authority per le comunicazioni ha deciso di agire in seguito a una delibera dello scorso marzo, con la quale l’Agcom, “al fine di garantire massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi vigenti, nonché il controllo dei consumi e della spesa garantendo un’unità standard (mese) del periodo di riferimento delle rate sottostanti a contratti in abbonamento per adesione”, aveva stabilito “che per la telefonia fissa e per le offerte convergenti l’unità temporale per la cadenza delle fatturazioni e del rinnovo delle offerte dovesse avere come base il mese o suoi multipli”. Concluse le verifiche è però risultato che “gli operatori menzionati non hanno ottemperato alla delibera dell’Autorità”.

La delibera è stata impugnata al Tar dalle società e la sentenza è prevista per febbraio 2018, nel frattempo l’Agcom ritiene che ci siano gli estremi per ravvisare il “mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche”.

La questione non è di facile soluzione e potrebbe esserci un intervento da parte della politica. Il fatto è che, in teoria, gli operatori hanno facoltà di decidere le politiche commerciali e gli utenti facoltà di rescindere gratuitamente il contratto nel caso in cui l’operatore stabilisca modifiche in maniera unilaterale. Il fatto, in questo caso, è che tutti gli operatori hanno deciso di adottare la stessa politica commerciale passando dalla fatturazione a 1 mese a quella a 28 giorni. E, come evidenziato dall’Unione nazionale dei Consumatori, il timore è anche quello di un possibile effetto contagio.

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