Commenti: 0

L’immobiliarista Salvatore Ligresti, malato da tempo, è morto all’ospedale San Raffaele di Milano. Aveva 86 anni. Protagonista del mondo finanziario, è stato a lungo capo del gruppo assicurativo Fonsai, rilevato poi da Unipol. Su di lui si sono più volte accesi i riflettori negli anni del boom economico.

Nato a Paternò, in provincia di Catania, “Don Salvatore” (come era soprannominato) si è laureato in ingegneria e poi è arrivato a Milano per prestare il servizio militare in Aeronautica. Dopo essersi congedato, ha aperto uno studio di progettazione e nel 1966 si è sposato con Antonietta Susini, figlia del provveditore alle Opere pubbliche della Lombardia con la quale ha avuto tre figli, Giulia Maria, Paolo e Jonella.

Ligresti si è fatto strada nel mondo degli affari e negli anni Ottanta è diventato uno degli uomini più ricchi d’Italia. Proprio in quegli anni Ligresti è diventato il re degli immobiliaristi. In pieno boom dell’edilizia, come imprenditore immobiliare ha messo su un piccolo impero, reinvestendo i guadagni nelle maggiori società italiane, da Pirelli a Gemina, da Sai a Mediobanca, anche grazie al legame con Enrico Cuccia, fondatore di Mediobanca.

Ma non sono mancati gli scandali. Come quello del 1986. In quell’anno Ligresti ha provocato la caduta della giunta guidata dal sindaco socialista Carlo Tognoli per il cosiddetto scandalo delle “aree d’oro”: il Comune si impegnava a comprare aree per 5.000 lire al metro quadro, ma sono state poi rintracciate lettere con cui Ligresti aveva già concordato l'acquisto a prezzi più bassi. La conseguente inchiesta della magistratura si è poi chiusa con una archiviazione.

Nel 1992 Ligresti è stato arrestato nell’ambito di Tangentopoli per tangenti pagate per vincere appalti per la Metropolitana milanese e le Ferrovie Nord. Condannato a 2 anni e 4 mesi, ha poi ottenuto l’affidamento ai servizi sociali presso un centro Caritas. L’accaduto però gli ha fatto perdere i requisiti di onorabilità e così ha dovuto rinunciare agli incarichi in Premafin e Fondiaria-Sai, passate ai figli.

Su pressione di Mediobanca, nel 2011 Ligresti ha ceduto Fonsai e Milano assicurazioni, indebitate ed esposte con la stessa Mediobanca. A rilevarle è stato il gruppo Unipol. Ligresti è stato poi indagato dalla procura di Torino per falso in bilancio e manipolazione del mercato per aver celato un ammanco di 600 milioni manipolando la riserva sinistri non comunicata agli investitori. Nell’estate del 2013 Ligresti è stato arrestato, con lui anche le figlie; il figlio Paolo, diventato solo pochi giorni prima cittadino svizzero ha evitato la custodia cautelare.

Il processo di primo grado ha portato alla condanna di Ligresti a 6 anni per falso in bilancio e manipolazione del mercato per Fonsai a Torino e a 5 anni per aggiotaggio in relazione alla vicenda Premafin, in seguito all’inchiesta aperta dopo la scoperta di un trust fiduciario all’estero che controllava il 20 per cento di Premafin.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account