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L’Europa vara la pensione integrativa per giovani espatriati
GTRES

Sono sempre di più i giovani che espatriano per lavoro o studio e così l’Unione europea ha pensato a una pensione integrativa flessibile trasferibile tra i vari Paesi membri.

Si chiama Pepp (Pan-european personal pension product) ed è già stata ribattezzata come l’Erasmus delle pensioni. In sostanza è un prodotto previdenziale che consente di accedere a una pensione “di scorta” con condizioni fiscali vantaggiose che possono essere portate con sé in tutte le nazioni dell’Ue.

Se ne è iniziato a parlare nel 2017 e si stima che dovrebbe entrare in vigore già dal 2021 per veicolare circa 700 miliardi di euro di risparmi aggiuntivi. Potranno accedere alla Pepp 11,3 milioni di europei in età da lavoro che risiedono in un Paese membro diverso da quello di cittadinanza e, circa 1,3 milioni di cittadini che lavorano in una nazione europea diverso da quello di residenza.

Il Pepp è un servizio che viene veicolato da banche, assicurazioni, fondi d’investimento, fondi pensione o anche da fondi alternativi. Permetterà ai risparmiatori di non cambiare il piano pensionistico iniziale sottoscritto con un intermediario al momento di espatriare.

Il compito di uniformare le regole contrattuali a ogni cambio di residenza del proprio cliente spetterà proprio agli intermediari che offrono il servizio. In ogni caso l’Ue ha individuato un Pepp di base che dovrà contenere la garanzia del capitale o comunque utilizzare strategie finanziarie volte alla protezione del capitale.

Il comitato Econ del Parlamento europeo ha approvato il regolamento sul Pepp, anche se per l’approvazione finale manca il via libera formale del parlamento e del consiglio europeo. Ma l’accordo è già stato raggiunto al termine di un negoziato, ratificato il 26 febbraio dal comitato Econ dello stesso Parlamento con 25 voti a favore (tra cui l’Italia), 4 contrari e 17 astenuti.

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