Nelle ultime settimane si sente molto parlare di "cashback". Ma cos'è? E' il metodo a cui sta lavorando il governo per eliminare l'uso del contante e favorire così l'uso dei pagamenti elettronici. Si tratta di uno sconto sugli acquisti, o come dice la stessa parola, una restituzione di parte del denaro pagato per effettuarli.
Come funziona il cashback?
L'Italia è fanalino di coda di un mercato che a livello globale vale invece intorno agli 84 miliardi di dollari. Il cashback è largamente utilizzato per gli acquisti online. In pratica gli utenti si iscrivono a un sito di cashback - come ad esempio Bestshopping o Lyoness - dove sono raccolti tutti i marchi che garantiscono la restituzione del denaro a chi compra.
Il sito restituisce al compratore parte del denaro speso (tra il 5 e il 10%) tramite bonifico bancario o accredito sul conto Paypal al raggiungimento di una soglia, intorno ai 40-50 euro. Nei piani di governo ci sarebbe l'idea di un utilizzare un meccanismo molto simile, concedendo uno sconto fiscale ai clienti che acquistano tramite bancomat o carta di credito. In definitiva si tratta di uno sconto aggiuntivo rispetto a quello già praticato dagli esercizi che adericono all'iniziativa.
Nei piani dell'esecutivo giallo-rosso si tratterebbe di un'operazione con benefici per tutti: negozianti, clienti e Stato. Sempre e quando il negoziante non preferisca concedere uno sconto superiore a chi paga in contanti (per non far emergerge parte dei guadagni), il cliente preferisse usare il cash e la somma di sgravi e incentivi fosse troppo onerosa per il gettito statale.
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