Tra tensioni commerciali e produzione industriale europea al palo, la politica economica italiana risulta incerta. Ecco le previsioni di Prometeia contenute nell’ultimo rapporto previsionale 2019.
Di seguito le principali previsioni del Rapporto Prometeia di dicembre 2019:
- Pil Italia rivisto leggermente al rialzo per il 2019, +0,2% (da +0,1% di settembre), e al ribasso per il 2020 a +0,5% (da +0,6%), complice l’aumento dell’incertezza politica;
- La politica di bilancio sarà modestamente espansiva, sostenendo il Pil dello 0,1% nel 2020: l’aumento della spesa sarà parzialmente finanziato da maggiori imposte. Prometeia prevede il rapporto deficit/Pil al 2,3% (stima attuale Governo: 2,2%);
- Dal contesto globale (Pil 2019: +3%; Pil 2020: +2,6%) arrivano segnali di stabilizzazione grazie al sostegno delle politiche economiche,una pausa nelle tensioni commerciali, la tenuta dei consumi e degli utili aziendali;
- Negli Stati Uniti (Pil 2019: +2,3%; Pil 2020: +1,5%) e in Cina (Pil 2019: +6,2%; Pil 2020: +5,1%) le politiche economiche hanno margini sempre più limitati per intervenire. Il debito pubblico americano supererà il 110% nel 2020, in Cina il debito totale dell’economia ha già raggiunto il 300% del Pil;
- Nell’area euro (Pil 2019: 1,2%; 2020: +1,1%) confermata una crescita moderata. Il settore industriale è ancora in difficoltà, con produzione in calo soprattutto in Germania, dove nel 2020 è prevista una leggera espansione fiscale;
- Per ridurre le tensioni nel mercato interbancario Usa, da fine settembre la Fed ha aumentato l’attivo di oltre 240 miliardi di dollari, invertendo il trend di riduzione avviato a fine 2017. Christine Lagarde ha aperto il mandato alla guida della Bce in linea con la rotta impostata da Draghi;
- L’aumento dei dazi Usa sui prodotti cinesi ha portato a un moderato effetto sostituzione (“trade diversion”) a favore di Italia e Germania per alcuni prodotti legati alla meccanica e al settore automobilistico.
Italia: previsioni economia 2020
Nonostante la contrazione dell’attività industriale nel quarto trimestre 2019, prevista dai modelli nowcasting, secondo Prometeia, il Pil italiano si chiuderà a +0,2% grazie alla revisione dei dati Istat (rispetto al +0,1% previsto a settembre), mentre la stima 2020 è leggermente rivista al ribasso, a +0,5%. Pesa l’incertezza politico-economica: frizioni nella maggioranza e partite non ancora definite come Ilva e Alitalia. Un sostegno alla crescita nel 2020 non arriverà da una vera manovra espansiva ma da una ricomposizione delle poste di bilancio. Le famiglie risulteranno favorite dagli effetti redistribuitivi di alcune nuove misure, come la riduzione del cuneo fiscale e alcuni trasferimenti. Quest’ultimo, che andrà a regime nel 2020, nell’anno in corso ha aumentato i trasferimenti di 3 miliardi rispetto al Reddito di Inclusione. Un leggero impulso, oltreché dai consumi, arriverà anche dagli investimenti: crediti di imposta, detrazioni maggiorate per ecobonus e ristrutturazioni. La ripresa del Pil tornerà a sfiorare cifra tonda (+0,9%) solo nel 2022, senza comunque raggiungere i livelli pre-crisi su tutti i principali indicatori macroeconomici.
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