Negli ultimi giorni sta tornando di attualità il tema che riguarda la riforma delle pensioni. In attesa di novità sostanziali, si rincorrono indiscrezioni sulle nuove formule per il superamento di quota 103 per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Una pista porta alla cosiddetta quota 41 flessibile, che aprirebbe le porte della pensione a 62 anni. Ma cosa c’è di vero? Scopriamolo insieme.
L’attuale pensione anticipata
Attualmente, è possibile accedere alla pensione anticipata flessibile tramite il meccanismo della cosiddetta quota 103, che prevede la necessita di aver maturato, entro il 31 dicembre 2025:
- un’età anagrafica non inferiore a 62 anni;
- un’anzianità contributiva non inferiore a 41 anni.
Il requisito contributivo può essere perfezionato, su domanda dell’interessato, anche cumulando tutti e per intero i periodi assicurativi versati o accreditati presso:
- l’AGO;
- le forme sostitutive ed esclusive della stessa, gestite dall’Inps;
- la Gestione Separata.
Le caratteristiche principali del meccanismo di quota 103 sono il requisito anagrafico e quello contributivo che, tuttavia, suggeriscono un quesito immediato: quali sono le differenze con una possibile pensione anticipata con quota 41 a 62 anni di età?
Ipotesi quota 41 flessibile
La conferma di quota 103 per il 2026 è tutt’altro che scontata (mentre quota 41 per i lavori gravosi e opzione donna continuano a essere prorogate ormai da anni, seppur con qualche modifica). Così, è già tempo di pensare a come garantire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per diverse categorie di lavoratori. Ormai da anni, uno dei cavalli di battaglia della Lega in tema previdenziale è la quota 41 per tutti.
Ovvero, accedere alla pensione anticipata una volta maturati i 41 anni di contributi, a prescindere dal requisito anagrafico. Una soluzione, però, difficilmente realizzabile a causa del peso economico che genererebbe sulle casse dello Stato.
Per questo, negli ultimi giorni, si sta parlando di quota 41 flessibile, una soluzione calibrata per rendere più sostenibile la misura tramite vincoli, soglie di età e possibili penalizzazioni sull’assegno pensionistico. Proprio in quest’ottica, potrebbe essere previsto ancora il requisito anagrafico (62 anni compiuti).
L’obiettivo, in ogni caso, sarebbe sganciare la pensione anticipata dal ricalcolo contributivo integrale (previsto per quota 103), sostituito da una penalizzazione più mite, intorno al 2% per ogni anno di anticipo, e da soglie Isee che potrebbero esentare dal taglio chi percepisce redditi più bassi.
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