Si torna a parlare di delega fiscale e della contestata norma del 3%, in base alla quale non è punibile chi ha commesso un reato, tra cui la frode fiscale, per una somma pari a meno del 3% dell'imponibile. In previsione del prossimo 20 febbraio, quando il consiglio dei ministri si troverà ad esaminare il nuovo testo della delega fiscale, il governo sembra orientato a far sì che la franchigia del 3% non vada a coprire i casi di frode per l'evasione fiscale e venga sostituita da un mix di soglie e percentuali
Parlando ai microfoni di rtl, il presidente del consiglio, Matteo renzi, ha fatto sapere: "sulla norma del 3% stiamo valutando, verificando, vedremo se cambiarla e come. Il senso è che se fai il furbo e ti becco ti stango, ti faccio pagare il doppio ma diamo corso al processo penale se c'è buona fede. Berlusconi non c'entra niente, ma bisogna dividere tra gli evasori e chi fa errori in buona fede"
Il nuovo testo della delega fiscale, che contiene la discussa norma, tornerà all'esame del consiglio dei ministri il prossimo 20 febbraio. La norma in questione ha sollevato tante polemiche. Ad essere contestate le cinque parole del decreto legislativo del governo renzi sul fisco, che nell'articolo 19-bis sulla frode fiscale non introducevano direttamente una soglia, ma prevedevano per una complessiva tipologia di reati - tra cui la frode - a titolo di "causa di esclusione della punibilità", una soglia del 3% di evasione sull'imponibile
Una norma, così fatta, è stata interpretata come una possibilità per il leader di forza Italia silvio berlusconi di tornare in politica di nuovo incensurato. L'articolo incriminato stabiliva che "per i reati previsti dal presente decreto, la punibilità è comunque esclusa quando l'importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile"
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