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Il Fisco italiano si fa sempre più attento e potenzia la sua attività con l’obiettivo di contrastare l’evasione. A facilitarlo in questo compito ci sono gli accordi con le Isole Cayman, Hong Kong e Stati Uniti. Vediamo di che si tratta.

Accordo con le Isole Cayman

L’accordo con il governo delle Isole Cayman prevede che i due Paesi si prestino “assistenza tramite lo scambio di informazioni presumibilmente rilevanti” rispetto al pagamento delle imposte, il recupero e l’esecuzione dei crediti o le indagini per procedimenti relativi a questioni fiscali. Tuttavia “una parte interpellata non ha l’obbligo di fornire informazioni che non siano detenute dalle sue autorità o non siano in possesso o sotto il controllo di persone entro la sua giurisdizione territoriale”. Le imposte italiane oggetto dell’accordo sono quelle sul reddito delle persone fisiche (Irpef), delle società (Ires), quella regionale sulle attività produttive (Irap), sul valore aggiunto (Iva), sulle successioni, sulle donazioni e le sostitutive.

Accordo con Hong Kong

L’accordo con Hong Kong riguarda per l’Italia Irpef, Ires e Irap, mentre per il Paese asiatico riguarda l’imposta sugli utili, su salari e su proprietà. In Italia l’accordo sarà efficace per “ogni persona che, in virtù della legislazione italiana, è ivi assoggettata a imposta a motivo del suo domicilio, della sua residenza, della sede della sua direzione o di ogni altro criterio di natura analoga”, ma “non comprende le persone che sono assoggettate a imposta in Italia soltanto per il reddito che esse ricavano da fonti situate in Italia”. Nel caso di persona fisica considerata residente in entrambi i Paesi l’accordo con Hong Kong considera “residente solo della parte nella quale ha un’abitazione permanente”, se ne ha in entrambe vale quella “centro degli interessi vitali” con relazioni personali e economiche “più strette”. Se non si può determinare vale quella “in cui soggiorna abitualmente” e se lo fa in entrambe, si risolverà la questione “di comune accordo”.

Accordo con gli Stati Uniti

L’obiettivo dell’accordo Fatca (Foreign account tax compliance act) con gli Stati Uniti è quello di assicurare reciprocità nello scambio di informazioni finanziaria tra Italia e Usa. Secondo quanto previsto dal Fatca, ciascun intermediario finanziario estero (Foreign financial institution- Ffi) deve sottoscrivere un accordo (Ffi Agreement) con l’Internal revenue service statunitense (Irs, il corrispondente della nostra agenzia delle Entrate), nel quale l’intermediario si impegna “sia a identificare la propria clientela in base a classificazioni normative degli Usa e secondo stringenti procedure di adeguata verifica ai fini fiscali (due diligence)” che “a comunicare all’Irs informazioni sul titolare statunitense del conto e sul conto stesso”.

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