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Cedolare secca sui negozi nel 2019: i possibili risparmi e il caso di Milano
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Articolo scritto da World Capital, collaboratore di idealista/news

La cedolare secca è un sistema di tassazione alternativo al regime ordinario regolato dall’articolo 3 del D.Lgs n. 23 del 14 marzo 2011. Essa viene considerata come tassazione agevolata perché prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva sul contrattato d’affitto a canone concordato con un’aliquota al 10% e del 21% sul contratto d’affitto a canone libero.

L’introduzione della cedolare secca sulla locazione degli immobili commerciali porterebbe un cambiamento nel settore, conferendo non solo dei benefici al mercato delle locazioni di spazi commerciali, ma creando soprattutto movimento nei capitali.

Con l’introduzione della cedolare secca nelle locazioni retail, i proprietari di immobili commerciali potrebbero usufruire di agevolazioni nelle imposte e quindi sarebbero incoraggiati a ridimensionare i canoni di locazione dei loro immobili, individuando di conseguenza maggior interessamenti in quelle zone commerciali più difficili. Questo, di conseguenza, si ripercuoterebbe positivamente anche sugli inquilini che andrebbero a pagare canoni di locazioni più accessibili, potendo così investire maggiormente nella loro attività.

Inoltre, tale novità smorzerebbe il rallentamento del settore retail e degli immobili commerciali, causato dal continuo sviluppo dell’e-commerce, contribuendo al rilancio degli affitti di negozi commerciali

Infine, tutto questo incentiverebbe una maggiore occupancy dei negozi, una dinamicità del mercato immobiliare italiano retail e, in generale, a una propulsione economica per il Sistema Stato.

La locazione degli immobili retail nelle High Street Milanesi

Soffermandoci sui valori di locazione degli immobili commerciali in Italia, le performance più interessanti vengono registrate nella città prime di Milano.

Dal nuovo Fashion & High Street Report 2018 di Federazione Moda Italia in collaborazione con World Capital, Global Blue, Osservatorio Acquisti Nexi e CCIAA di Milano per Federazione Moda Italia, infatti, negli ultimi dodici mesi si rileva una crescita del 4,4% nei canoni di locazione di Via Monte Napoleone a Milano, che raggiunge i 10.750 €/mq/anno.

Anche Via della Spiga si riconferma High Street di grande valore con un canone di locazione di 8.200 €/mq/anno, mentre una vetrina nei pressi del Duomo in Corso Vittorio Emanuele arriva a contare un canone di 6.000 €/mq/anno.

Spostandoci su altre Vie dello Shopping Milanesi meno lussuose, ma che vantano comunque una grande notorietà, troviamo Corso Buenos Aires con 2.450 €/mq/anno, Via Torino con 2.900 €/mq/anno, Via Dante con i suoi 2.880 €/mq/anno e Via Manzoni con 2.650 €/mq/anno.

Facendo un esempio pratico, un proprietario di un negozio di 50 mq a Milano che mediamente, ad esclusione delle High Street, può incassare un canone di affitto di 17.500 € annuo, aggiungendo poi un reddito lordo da lavoro di 35 mila euro annui, senza particolari detrazioni, con la cedolare secca avrebbe un risparmio di circa il 18,3% rispetto ad una tassazione classica.

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1 Commenti:

toroazul
14 Dicembre 2018, 14:17

...non si capisce se vale solo per i nuovi contratti

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