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Le proposte fiscali dell’Ance
Le proposte fiscali dell’Ance in una guida GTRES

Nella guida “Il fisco come leva per la rigenerazione e lo sviluppo urbano”, l’Ance ha illustrato le principali proposte fiscali per favorire la riqualificazione urbana e la tutela ambientale.

Stabilizzazione dei bonus fiscali per la casa, detassazione delle operazioni di rigenerazione urbana, incentivi per il riacquisto di immobili da demolire, riforma del catasto, alleggerimento della tassazione locale, secondo l’Ance sono obiettivi prioritari e alla portata di una leva fiscale immobiliare orientata lo sviluppo e alla tutela dell’interesse pubblico.

Nella guida si legge: “Rigenerazione urbana e tutela ambientale, crescita e investimenti, edifici efficienti e sicuri, sono tutte sfide che l’industria delle costruzioni italiana può affrontare se supportata da una politica orientata allo sviluppo e alla tutela dell’interesse pubblico. Per questo il sistema fiscale immobiliare, che può essere un potente volano, deve essere rivisto e semplificato”.

Sul fronte degli incentivi fiscali, l’Ance chiede una loro stabilizzazione. In particolare, “per concretizzare gli obiettivi di una politica ambientale di lungo periodo è necessario che vengano stabilizzati o prorogati sino al 2030: il Bonus Edilizia per gli interventi di recupero edilizio o per l’acquisto di immobili residenziali integralmente ristrutturati, oggi applicabile in forma potenziata sino al 31 dicembre 2019; l’Ecobonus per gli interventi di riqualificazione energetica, oggi applicabile sino al 31 dicembre 2019 alle singole unità immobiliari e sino al 31 dicembre 2021 agli edifici condominiali; il Sismabonus per gli interventi di messa in sicurezza sismica e per l’acquisto di immobili antisismici (cd. Sismabonus acquisti), oggi operativi sino al 31 dicembre 2021. Occorre, inoltre, estendere il Sismabonus acquisti anche all’acquisto di fabbricati ristrutturati in chiave antisismica, senza preventiva demolizione”.

L’Ance poi propone di detassare tutte le operazioni di rigenerazione urbana. Nel dettaglio, “è necessario estendere il regime fiscale agevolato previsto dal Decreto Crescita a tutti i trasferimenti di immobili destinati alla demolizione e ricostruzione all’impresa, e quindi anche alle cessioni che coinvolgono gli immobili strumentali delle imprese e che sono soggette ad Iva”.

Viene poi chiesto di incentivare il riacquisto di chi cede immobili da demolire. In particolare, “ai proprietari che cedono alle imprese di costruzione la propria unità immobiliare, situata all’interno di edifici da rigenerare, dovrebbe essere riconosciuta una detrazione fiscale da utilizzare per il riacquisto di un’altra unità immobiliare che rispetti le più moderne caratteristiche energetiche e antisismiche”.

L’Ance propone inoltre di detassare i finanziamenti sugli “immobili merce. Nello specifico, “è necessario ripristinare l’integrale deducibilità, almeno fino all’ultimazione del fabbricato, degli interessi passivi connessi a finanziamenti accesi per la costruzione o la ristrutturazione degli ‘immobili merce’ delle imprese edili”.

Si invita poi ad adeguare il catasto alle nuove esigenze ambientali. In particolare, “bisogna riordinare il sistema catastale e la base imponibile delle imposte patrimoniali per premiare gli immobili più performanti dal punto di vista energetico e antisismico, introducendo un coefficiente che tenga conto della classe di efficienza energetica posseduta dal fabbricato e agisca in senso inversamente proporzionale sulla rendita e sul valore catastale imponibile, alla luce del minor impatto ambientale (e sociale) del fabbricato stesso”.

L’Ance chiede di alleggerire la tassazione locale. Nel dettaglio, “è necessario avviare un processo di revisione dei tributi locali Imu e Tasi, per arrivare all’introduzione di una tassa unica sugli immobili, che, tra l’altro, non deve colpire i beni ‘merce’ delle imprese edili. La riorganizzazione del prelievo fiscale locale va improntata alla semplificazione e a un reale contenimento dell’imposizione per favorire gli investimenti immobiliari”.

Propone anche di favorire il mercato delle locazioni. In tal senso, “occorre superare la disparità di trattamento che esiste, oggi, tra le locazioni promosse dalle imprese e quelle promosse da privati, e per farlo occorre: estendere la qualifica di ‘immobili strumentali’ alle unità abitative locate dalle imprese, fintanto che permanga tale destinazione, così da consentire il processo di ammortamento anche per tali fabbricati, fissando un coefficiente d’ammortamento maggiore rispetto a quello attualmente applicabile ai fabbricati strumentali che è inidoneo a esprimere il ciclo di vita del fabbricato; estendere la cedolare secca anche alle locazioni delle abitazioni delle imprese, almeno per quelle nuove o incisivamente ristrutturate, oppure per quelle in classe energetica elevata e locate a canone concordato”.

L’Ance suggerisce poi di favorire la digitalizzazione delle imprese. Nel dettaglio, “è necessario prorogare almeno fino al 2025 l’iperammortamento dei beni materiali strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e/o digitale e del superammortamento per specifici beni immateriali a questi collegati. E’ anche necessario ampliare l’elenco dei beni ammessi ai benefici fiscali con l’inserimento esplicito di categorie di beni dedicati tradizionalmente al settore edile”.

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