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Chiude Lumidolls, la casa delle bambole a Torino non è in regola come affittacamere
Wired.it

E’ durato solo nove giorni il viavai dalla casa delle bambole del sesso LumiDolls di Torino. Un esperimento a metà tra la casa d’appuntamenti e il sexy shop che aveva già fatto il tutto esaurito nel capoluogo piemontese. E che, tuttavia, è stato chiuso, non dalla “buoncostume”, ma dalla polizia municipale, che ha rilevato irregolarità non tanto morali quanto burocratiche per lo svolgimento dell’attività di affittacamere.

La LumiDolls, nel quartiere Mirafiori, è stata oggetto di una ispezione di quattro ore da parte sia degli agenti della polizia municipale che dell’Asl, che ne ha controllato lo stato igienico sanitario. Problemi sarebbero stati rilevati anche in questo senso ma, soprattutto, il locale dovrà aspettarsi una sanzione per aver esercitato abusivamente l’attività di affittacamere. Le tre camere, che avevano registrato un boom di prenotazioni ancor prima dell’inaugurazione dello scorso 3 settembre, potevano essere affittate per 80 euro la mezz’ora o per 100 euro l’ora. Il tutto senza registro per gli ospiti, né adempimenti burocratici presso la Regione e il Comune.

Affittacamere: regolamento e requisiti

Esistono infatti precisi adempimenti che, se non espletati, rendono abusiva l’attività ricettiva. Gli affittacamere non rientrano in classificazioni ufficiali, ma i loro requisiti minimi sono stabiliti da Regione a Regione, fermo restando che nel prezzo dell’affitto siano comprese pulizia, energia elettrica e cambio della biancheria.  

Nella Regione Piemonte, l’attività degli affittacamere è disciplinata dall’articolo 18 della legge regionale 3 agosto 2017 n. 13, che in sostanza stabilisce, tra l’altro, che la gestione non imprenditoriale comporti la presenza di un massimo di due appartamenti nello stesso stabile per un totale di tre camere e sei posti letto, senza alcun servizio aggiuntivo rispetto a quello del semplice soggiorno e dei servizi di ospitalità turistica (probabilmente è l’aspetto del servizio aggiuntivo ad aver fatto scattare la chiusura).

Se la gestione è invece in forma imprenditoriale, il titolare può gestire non più di due appartamenti ubicati in uno stesso per un massimo di sei camere e dodici posti letto, fornendo il servizio di pernottamento e di eventuale preparazione e somministrazione di alimenti e bevande alle persone alloggiate (in questo caso si parla di locanda), nonché i servizi di ospitalità turistica.

Il codice AirBnb contro gli abusivi

Per quanto riguarda gli obblighi relativi all’apertura di un B&B, invece, ne abbiamo parlato qui. Se poi a qualcuno venisse in mente di copiare il business di LumiDolls utilizzando, magari, appartamenti affittati su AirBnb, occorre avvisarlo che anche su questo fronte la lotta all’abusivismo si è fatta intensa. Il ministro del Turismo GianMarco Centinaio ha infatti annunciato l’introduzione del codice Cir, con il quale si identifica ogni casa e appartamento posto sulla piattaforma on line, con il quale si comunica che il proprietario ha adempiuto a tutti gli obblighi di legge. Non essere in regola potrà comportare sanzioni anche fino a 100 mila euro.

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