Poco a poco Palazzo Chigi, Ministero dell’Economia e Agenzia del Demanio stanno delineando il piano di razionalizzazione degli immobili pubblici, che nel 2016 dovrebbe portare risparmi pari a 300 milioni, se non addirittura 500 milioni. Ma qual è il progetto?
Come evidenziato dal Sole 24 Ore, ogni anno lo Stato spende in locazioni passive per immobili destinati a uso uffici 1-1,2 miliardi, ma la spesa effettivamente aggredibile non supera un terzo di quella di quella complessiva (3-400 milioni). Come ridurre, dunque, i costi? L’idea di fondo del piano è concentrare in un unico edificio una serie diversificata di uffici, facendo leva sulle misure della riforma Pa, che prevedono la nascita degli Uffici territoriali del governo in cui assorbire le Prefetture e altre strutture territoriali. Attuando questo piano diventa possibile ridurre sensibilmente le spese per gli affitti, i costi legati alle utenze e altre voci accessorie, come le pulizie.
Secondo uno dei gruppi di lavoro attivati lo scorso anno dall’allora commissario alla Spending review, Carlo Cottarelli, la consistenza complessiva dello spazio in immobili utilizzato dalle amministrazioni dello Stato per i loro fini istituzionali è pari a 79,2 milioni di metri quadrati. Si tratta di un’area molto vasta, di cui il 20% è assorbita da locazioni passive e nel complesso occupata per circa 42,5 milioni di metri quadri da immobili utilizzati dal ministero della Difesa.
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