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Rispetto al 2008 il prezzo del petrolio è più basso, ma al distributore il pieno di benzina costa agli automobilisti italiani il 30% in più. A renderlo noto l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Secondo quanto spiegato dall’associazione, se 7 anni fa un litro di benzina costava mediamente 1,115 euro al litro, in questi giorni il prezzo alla pompa tocca 1,451 euro al litro (+ 0,337 euro).

Il peso della componente fiscale

Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi, ha spiegato: “Ancora una volta a spingere all’insù il prezzo del carburante è stata, in particolar modo, la componente fiscale. Se verso la fine del 2008 il peso dell’Iva e delle accise  su un litro di benzina sfiorava i 75 centesimi, attualmente è pari a 0,99 euro al litro. In termini percentuali l’aumento della tassazione è stato del 32 per cento”.

L’incremento, però, non ha interessato solo l’Iva (passata dal 20 al 22%) e le accise, ma anche il prezzo industriale. Se verso la fine del 2008 quest’ultima voce era pari a 0,365 euro al litro, in questi giorni il prezzo è salito a 0,461 euro (+ 26,4%).

“Sui carburanti paghiamo troppe tasse”

Dai confronti con gli altri Paesi europei emerge puntualmente come sui carburanti paghiamo troppe tasse. Se su un litro di benzina acquistato in Italia il nostro prezzo industriale è pari a 0,461 euro, solo il 3% in più rispetto alla media dei paesi dell’Area euro, l’Iva e le accise, invece, ci costano 0,99 euro al litro, ben 14,2 punti percentuali sopra la media.

Zabeo ha quindi sottolineato: “Tra i Paesi che utilizzano la moneta unica solo i Paesi Bassi, con il 70,3%, hanno un’incidenza percentuale della tassazione sul prezzo alla pompa superiore alla nostra, che ha raggiunto il 68,2%. Rispetto ai Paesi che confinano con noi, invece, paghiamo la benzina il 14,4% più dei francesi, il 18,9% più degli sloveni e addirittura il 30,7% più degli austriaci”.

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