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Una vera e propria bufera sta mettendo a dura prova il mondo della finanza, è il caso “Panama papers”. Un’inchiesta dell’Icij, il consorzio internazionale dei giornalisti investigativi del quale fa parte anche il settimanale L’Espresso, che ha pubblicato la notizia in Italia, ha portato alla luce milioni di file segreti su oltre 200mila società offshore basate a Panama presso lo studio legale Mossack Fonseca. Coinvolti migliaia di clienti, cittadini di 200 Paesi diversi, tra cui politici, uomini di spettacolo, imprenditori, sportivi. I nomi degli italiani citati nell’archivio sono circa 800.

I file riguardano operazioni che vanno dal 1977 fino alla fine del 2015. Come evidenziato dall’Espresso, i file “offrono un resoconto inedito sulla gestione di grandi flussi di denaro attraverso il sistema finanziario globale, soldi che a volte sono il frutto dell’evasione fiscale, della corruzione o anche del crimine organizzato”.

Secondo quanto emerso dai documenti esaminati dall’Icij, banche e studi legali non avrebbero seguito le norme che permettono di individuare i clienti coinvolti in attività illegali. Nella creazione di società difficili da rintracciare, nelle Isole Vergini britanniche, Panama e in altri paradisi fiscali, risultano coinvolti alcuni dei più importanti istituti di credito internazionali.

Nell’elenco degli italiani con l’offshore emerge – tra gli altri – il nome di Luca di Montezemolo. Nelle carte ricorrono anche i nomi di due grandi istituti di credito italiani come Unicredit e Ubi. Ma non solo. Nei documenti compaiono società offshore che riconducono a uomini vicini al presidente russo Vladimir Putin; c’è poi il presidente ucraino Petro Poroshenko e il padre, deceduto nel 2010, del primo ministro britannico David Cameron. A quanto pare, anche il noto calciatore Lionel Messi si è rivolto allo studio Mossack Fonseca per creare una società, la Mega Star Enterprises Inc..

Nel complesso, il dossier – che contiene 11,5 milioni di file segreti – fornisce informazioni su leader attuali e non e su celebrità che avrebbero riciclato miliardi di dollari, evaso tasse con l’aiuto di società all’estero ed evitato sanzioni. Rese note anche presunte attività finanziarie illegali di alcune delle persone più potenti del mondo.

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