Il contratto a tutele crescenti, introdotto con il Jobs Act, la riforma del lavoro del governo Renzi, prevede delle agevolazioni fiscali che, dal lato delle imprese, rendono questo rapporto di lavoro particolarmente vantaggioso. L’obiettivo a cui ha puntato il legislatore è stato quello di offrire alle aziende l’opportunità di assumere lavoratori a tempo indeterminato a fronte di agevolazioni contributive. Ma l’Associazione nazionale consulenti del lavoro (Ancl) ha ora lanciato un allarme.
Il rischio eccezione di illegittimità costituzionale
Il sindacato unitario dei consulenti del lavoro ha fatto sapere che ci potrebbe essere un’eccezione di illegittimità costituzionale nella conversione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato, seguendo la nuova normativa sulle tutele crescenti prevista dal Jobs Act. L’Ancl ha dunque consigliato di non procedere alla conversione dei contratti a termine, ma di aspettare la loro naturale scadenza ed effettuare quindi una nuova assunzione del dipendente che si vuole stabilizzare.
L’eccesso di delega
In una nota, l’Ancl ha spiegato che il dlgs 23/2015 (art.1, c2) sul contratto a tutele crescenti prevede che questo si possa applicare anche ai rapporti derivanti dalla conversione in tempo indeterminato dei contratti a termine stipulati prima dell’entrata in vigore del Jobs Act. Tuttavia gli esperti hanno sollevato il dubbio di legittimità costituzionale poiché nella legge delega 183/2014 (art.1, c7, lettera c) si parla di “nuove assunzioni”: in questo senso il governo con il decreto sarebbe andato oltre alla delega ricevuta.
Francesco Longobardi, presidente nazionale Ancl, ha fatto sapere: “Se la questione sollevata fosse fondata, il rischio è che una eventuale pronuncia della Corte Costituzionale, che può avvenire anche fra anni, porti all’applicazione della disciplina generale sui licenziamenti a contratti che si era creduto di stipulare a tutele crescenti, con un altrettanto evidente rischio di pesanti sanzioni per le imprese”.
L’opzione suggerita: stipulare ex novo un nuovo contratto
Poiché le aziende hanno la possibilità di scegliere se operare la conversione del contratto a termine stipulato prima del Jobs Act, oppure far cessare il rapporto a termine e stipulare ex novo un nuovo contratto a tempo indeterminato, proprio per il dubbio sollevato in questi convegni e ancora da chiarire, l’Ancl suggerisce alle imprese di adottare questa seconda soluzione.
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